Personalizzare il proprio spazio di lavoro: Discussione dei risultati

Personalizzare il proprio spazio di lavoro: Discussione dei risultati

 

Foto di Free-Photos da Pixabay

In generale i dati sono risultati piuttosto in linea con le nostre aspettative, costruite sulla base della letteratura esaminata: il grado di personalizzazione del proprio spazio di lavoro è infatti risultato positivamente correlato con la qualità dell’ambiente di lavoro, il commitment organizzativo, la volontà di rimanere nell’organizzazione, il grado di autonomia nel lavoro, l’identificazione con l’organizzazione e con la soddisfazione, ciò rafforza l’idea secondo cui la possibilità di personalizzare il proprio spazio sia associata, in generale, al benessere dei lavoratori ed anche a benefici per l’organizzazione, visto che correla positivamente con il commitment, la prospettiva futura e l’identificazione con l’organizzazione. Nonostante l’analisi della letteratura ci avesse suggerito una possibile correlazione tra la personalizzazione dello spazio e le relazioni con i colleghi, nel nostro caso non si è rivelata significativa. Gli indici di correlazione più alti sono invece emersi tra il commitment e la prospettiva futura, due fattori che effettivamente sono concettualmente molto vicini, e tra il commitment e le relazioni con i colleghi, a tale proposito possiamo ipotizzare che un clima interpersonale positivo possa avere un effetto anche sul commitment organizzativo, tuttavia non abbiamo verificato l’ipotesi di un effetto diretto tra queste due variabili. I risultati ottenuti sulla soddisfazione hanno rafforzato l’ipotesi secondo cui essa sia strettamente associata al commitment, alla volontà di rimanere all’interno dell’organizzazione ed anche alla qualità dell’ambiente di lavoro, sottolineando di nuovo l’importanza che ha l’ambiente fisico per il benessere dei lavoratori.

Per quanto riguarda gli oggetti presenti nel proprio spazio di lavoro, come già sottolineato, sono quelli che potremmo considerare più personali e decorativi (foto, piante, quadri, souvenir, cartoline) ad essere correlati con la soddisfazione ed anche, in generale, con la percezione di un’ambiente di lavoro più accogliente e confortevole. Anche la possibilità di intervenire sull’ambiente,

regolando la finestra, la temperatura, la luce e la seduta, ha mostrato un’associazione positiva con la percezione di un ambiente di lavoro più rilassante ed accogliente.

Rispetto alle motivazioni, per fare un confronto con le classifiche riportate in Noorian (2009) e in Wells (2000), abbiamo ordinato gli item in base alla media:

 

  1. “per ricreare un’atmosfera familiare” (M = 3.64)
  2. “per rispondere a necessità pratiche di lavoro” (M = 3.45)
  3. “per comunicare ad altri la mia identità ed individualità” (M = 3.41)
  4. “per motivi estetici” (M = 3.34)
  5. “per mostrare che quella postazione appartiene a me” (M = 3.09)
  6. “per regolare le interazioni con gli altri” (M = 3.01)
  7. “per comunicare il mio status all’interno dell’organizzazione” (M = 2.83)

 

La nostra classifica risulta abbastanza diversa sia da quella di Noorian che di Wells, ed è interessante che l’item con la media più alta si riferisca proprio alla necessità di ricreare un’atmosfera familiare nell’ambiente di lavoro.

La possibilità di affacciarsi su di un parco o uno spazio verde sembra essere associata ad una maggiore tendenza alla personalizzazione, nonché alla percezione dell’ambiente di lavoro come più rilassante, a differenza di chi invece si affaccia su strade ed edifici, ciò rinforza l’idea che avere la visuale su di uno spazio verde abbia dei benefici per i lavoratori; lo stesso dicasi per la possibilità di fare la pausa in un’area verde, anche in questo caso abbiamo osservato una differenza significativa  rispetto alla soddisfazione.

Per quanto riguarda il genere ci saremmo aspettati di trovare alcune differenze, soprattutto rispetto alla personalizzazione, come nelle ricerche di Noorian (2009) e Wells (2000). Magari avremmo potuto approfondire ulteriormente se vi fossero delle differenze nelle motivazioni andando ad analizzare ciascun item ed, in generale, avremmo potuto arricchire le informazioni circa le modalità di personalizzazione dello spazio, attraverso fotografie ed osservazioni dirette ad esempio.

Sono invece emerse differenze significative rispetto all’età, indicando una generale tendenza del gruppo con età inferiore a percepire in maniera più positiva l’ambiente di lavoro e l’organizzazione, tuttavia non è emersa una differenza significativa rispetto al grado di personalizzazione dello spazio, ma solamente circa la presenza di foto di amici/familiari.

 Infine, anche nel caso dell’anzianità all’interno dell’organizzazione non abbiamo riscontrato differenze significative in grado di supportare l’ipotesi che vi siano delle differenze nella personalizzazione dello spazio in base al tempo trascorso all’interno dell’organizzazione.

 


©  La personalizzazione del proprio spazio: una ricerca in ambito lavorativo – Dott.ssa Martina Mancinelli