L’importanza del Counseling nel centro di ascolto e nella rete

L’importanza del Counseling nel centro di ascolto

L’attività di Counseling all’interno di C.A.O.S assume una duplice importanza sia per quanto riguarda l’accoglienza, l’ascolto attivo e l’instaurazione di una relazione di aiuto con il singolo individuo, sia per quanto riguarda la comunicazione, la relazione e la gestione delle risorse umane che costituiscono la rete di volontariato. Infatti il cuore pulsante che muove l’intera equipe di volontari è l’interazione che si viene a creare tra le parti ed il campo che prende forma a seconda dell’ambiente e delle interazioni stesse.

Emerge dunque che di fondamentale importanza è la qualità delle relazioni che si riesce ad intessere con l’altro, una qualità che viene determinata da una relazione autentica e da obiettivi comuni condivisi. Attraverso l’attività di counseling ci si prefigge dunque di adottare una continua supervisione per tutte le professionalità coinvolte nel progetto, di formare costantemente tutti i volontari (che sono parte attiva in C.A.O.S) e di tenere costantemente salda la rete di rapporti costituitasi tra il centro, i volontari (tutti), le istituzioni e le autorità territoriali.

Il ruolo del Counselor nella gestione e nel coordinamento delle risorse di rete

Il ruolo del Counselor nel centro d’ascolto è di vitale importanza perché consente di tracciare continuamente quel “Filo Di Arianna”, che guida l’intera organizzazione verso obiettivi condivisi e ben definiti. Per ottenere un servizio chiaro ed efficace vi è costante bisogno di gestire al meglio le risorse impiegate, nonché di coordinare le varie attività affinché queste possano essere realmente funzionali e riescano a rispecchiare l’etica del progetto in essere. Il counselor, nella fattispecie, funge da mediatore e facilitatore della comunicazione tra le parti coinvolte in una determinata attività. La maggior parte delle problematiche inerenti l’attualizzazione o meno di una determinata azione derivano infatti, dall’interruzione del contatto o dalle interferenze che invadono un canale di comunicazione.

Proprio per questo, qualora possibile, bisogna svolgere un lavoro costante volto alla promozione della sinergia di gruppo, mentre quando questo non è possibile, come nel caso delle relazioni con le istituzioni, bisogna saper ben interagire e rappresentare quanto si muove dietro l’intero progetto.  Ogni singola parte del contesto ha bisogno dunque di un punto di riferimento che lo connetta continuamente con l’intero campo d’azione, e allo stesso tempo ha bisogno della giusta attenzione in modo da entrare in relazione anche con se stesso, con quella parte interiore da cui emergono risorse e capacità proprie. Prima di entrare in contatto con gli altri e sinergicamente lavorare d’insieme, il counselor va a creare quel giusto spazio in cui entrando in contatto con se stessi ci si apre alla relazione autentica anche con l’altro diverso da sé.

In sostanza il ruolo del facilitatore è quello di riuscire a far viaggiare di pari passo l’esigenze del gruppo con quelle della singola persona in modo da rafforzare quel campo dove, secondo Lewin, “il tutto è più della somma delle parti” (Rheinberg, 2012), e dove la relazione con l’altro apre alla solidarietà creativa protesa al benessere della comunità.