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Google Plus per il Personal Brand

Google Plus per il Personal Brand

Oltre alle funzioni social, di aggregazione e alle utilità per tutti i brand e le attività in generale, Google plus è estremamente utile anche per le persone e il loro personal branding.

Il profilo Google+ è ben visibile nella ricerca, infatti cercando il nome di una qualsiasi persona presente nel social network è probabile che Google+ compaia fra i primi risultati di ricerca.

Interessante è l’authorship e la ricerca personalizzata di Google. L’authorship è la faccia che troviamo accanto ai risultati di ricerca per alcuni di essi, questa è collegata sia al nostro profilo che ai siti ai quali decidiamo di collegarla. In questo modo, qualsiasi sia la ricerca è possibile che la nostra faccia, quindi noi, sia direttamente nella ricerca di Google, facendoci conoscere. Per sapere quante persone ci hanno visto possiamo avere delle statistiche da Google Webmaster Tools.

Quindi ci sono molte possibilità per usare Google+ per il proprio personal brandig, dalla faccia nei risultati di ricerca ai risultati di ricerca stessi.

In Google+ è possibile creare delle cerchie, una specie di liste di Facebook, ma più usabili, con le quali puoi seguire e condividere elementi solo con le persone che ne fanno parte. Le persone che si aggiungono non possono venire a conoscenza del nome della cerchia, ma solo di far parte di una delle cerchie. Può essere utile inserire i propri clienti in una lista creata apposta per loro, con lo scopo di seguire il loro flusso e condividere alcune informazioni in target. In questo modo si può anche dividere la comunicazione professionale e non a seconda della cerchia.

Il profilo Google+ avrà molta rilevanza nei risultati di ricerca con il nome e cognome, pertanto è opportuno curare bene la descrizione dal punto di vista SEO, inserendo parole chiavi utili dalle prime righe e cercando di aumentare valore presentandoci in modo corretto.

Nella pagina Informazioni, è bene inserire i nostri link sociali che possono offrire maggiore valore: i primi tre verranno visualizzati nelle risultati di ricerca.

Infine è opportuno curare bene la descrizione dal punto di vista SEO, inserendo parole chiave utili dalle prime righe e cercando di aumentare valore presentandoci in modo corretto.

Tutto quello che condividiamo nel social network Google+ influenzerà i risultati di ricerca, in quanto comparirà una preferenza con il nostro account. Dobbiamo quindi cercare di invogliare il più possibile alla condivisione nei nostri elementi, in modo tale di invogliare la lettura.

Uno degli aspetti che colpiscono di Google+ è la possibilità di viralizzare il proprio account tramite la condivisione di un elemento. In questo modo possiamo vedere come un proprio elemento è stato ricondiviso mantenendo la fonte originaria. Questa possibilità rende molto interessante operazioni di marketing virale, e permette di poter aumentare la visibilità del proprio account e non solo all’elemento condiviso.

 

© Il personal Branding – Marika Fantato

Personal brand: Google plus

Google Plus

Foto di kropekk_pl da Pixabay

Goggle+ è il social network di Google lanciato nel 2011, molto simile e considerato per alcuni versi il concorrente di Facebook.

L’obiettivo di Google plus è quello di generare un sistema di condivisione aperta di contenuti web che sia il più possibile intuitivo e semplice come ha sempre fatto Google con tutti i suoi servizi.

Il punto di forza di Google Plus è l’inclusione in modo evoluto dei contenuti Google+ nei risultati di ricerca, creando in questo modo una ricerca sociale e non più solo organica. Se il Brand è grande, e riteniamo nella nostra strategia che possa essere utile in futuro posizionarsi su Google Plus, possiamo pensare di pianificare una presenza anche su questo Social, altrimenti puntiamo su un altro canale.

Inoltre, Google Plus è integrato con servizi, che ormai fanno parte della nostra quotidianità, come ad esempio Gmail e YouTube.

Le grande differenza tra le community (gruppi) di Google+ e Facebook è  che le pagine Google+ possono interagire nelle community.

Dentro l’ecosistema Google+ si possono fare video chiamate in streaming o live, private o pubbliche: tutti gli utenti iscritti in Google Plus hanno la possibilità di lanciare un Hangouts e iniziare una conversazione condividendo diversi strumenti di Google come Docs, YouTube ecc.

Non esiste il post perfetto, ma una buona struttura e mix tra testo, link e immagine può ottenere molte interazioni su Google Plus.

Propria la forte integrazione di Google+ con gli altri prodotti Google (Search, Local, Maps, Drive, YouTube, Gmail, Apps ecc) rendono la presenza irrinunciabile a vantaggio promozionale del proprio brand.

L’obiettivo di Google Plus è quello di generare un sistema di condivisione aperta di contenuti web che sia il più possibile intuitivo e semplice, come ha sempre fatto Google con tutti i suoi innumerevoli servizi.

Google Plus per il Personal Brand

Oltre alle funzioni social, di aggregazione e alle utilità per tutti i brand e le attività in generale, Google plus è estremamente utile anche per le persone e il loro personal branding.

Il profilo Google+ è ben visibile nella ricerca, infatti cercando il nome di una qualsiasi persona presente nel social network è probabile che Google+ compaia fra i primi risultati di ricerca.

Interessante è l’authorship e la ricerca personalizzata di Google. L’authorship è la faccia che troviamo accanto ai risultati di ricerca per alcuni di essi, questa è collegata sia al nostro profilo che ai siti ai quali decidiamo di collegarla. In questo modo, qualsiasi sia la ricerca è possibile che la nostra faccia, quindi noi, sia direttamente nella ricerca di Google, facendoci conoscere. Per sapere quante persone ci hanno visto possiamo avere delle statistiche da Google Webmaster Tools.

Quindi ci sono molte possibilità per usare Google+ per il proprio personal brandig, dalla faccia nei risultati di ricerca ai risultati di ricerca stessi.

In Google+ è possibile creare delle cerchie, una specie di liste di Facebook, ma più usabili, con le quali puoi seguire e condividere elementi solo con le persone che ne fanno parte. Le persone che si aggiungono non possono venire a conoscenza del nome della cerchia, ma solo di far parte di una delle cerchie. Può essere utile inserire i propri clienti in una lista creata apposta per loro, con lo scopo di seguire il loro flusso e condividere alcune informazioni in target. In questo modo si può anche dividere la comunicazione professionale e non a seconda della cerchia.

Il profilo Google+ avrà molta rilevanza nei risultati di ricerca con il nome e cognome, pertanto è opportuno curare bene la descrizione dal punto di vista SEO, inserendo parole chiavi utili dalle prime righe e cercando di aumentare valore presentandoci in modo corretto.

Nella pagina Informazioni, è bene inserire i nostri link sociali che possono offrire maggiore valore: i primi tre verranno visualizzati nelle risultati di ricerca.

Infine è opportuno curare bene la descrizione dal punto di vista SEO, inserendo parole chiave utili dalle prime righe e cercando di aumentare valore presentandoci in modo corretto.

Tutto quello che condividiamo nel social network Google+ influenzerà i risultati di ricerca, in quanto comparirà una preferenza con il nostro account. Dobbiamo quindi cercare di invogliare il più possibile alla condivisione nei nostri elementi, in modo tale di invogliare la lettura.

Uno degli aspetti che colpiscono di Google+ è la possibilità di viralizzare il proprio account tramite la condivisione di un elemento. In questo modo possiamo vedere come un proprio elemento è stato ricondiviso mantenendo la fonte originaria. Questa possibilità rende molto interessante operazioni di marketing virale, e permette di poter aumentare la visibilità del proprio account e non solo all’elemento condiviso.

© Il personal Branding – Marika Fantato

Twitter per il Personal Brand

Twitter per il Personal Brand

Foto di ElisaRiva da Pixabay

Essendo un tipo di Blogging utilizzato in particolare da persone abituate alla tecnologia, Twitter è uno strumento di personal branding adatto a coloro che tipicamente hanno già una strategia tecnologica di un certo tipo e che dispongono di informazioni aggiornate di frequente.

Twitter è un ottimo strumento di personal branding e un potente mezzo di comunicazione per promuovere le proprie attività online nonostante la concorrenza degli altri social network come Facebook e Google+.

La caratteristica principale per avere un certo seguito su Twitter è la conversazione e la partecipazione alle discussioni di interesse o legate ad un argomento. Per raggiungere un buon livello di interazione è necessario prima di tutto prendere confidenza con lo strumento e poi buttarsi.

Gli accorgimenti per aumentare l’interazione su Twitter e aumentare i follower sono:

  • seguire profili interessanti e influenti nel tuo settore;
  • utilizzare la ricerca e gli hashtag per individuare le potenziali discussioni a cui prendere parte e gli utenti più attivi;
  • fare domande, partecipare, dare consigli;
  • fare ReTweet (senza esagerare);
  • pubblicare immagini e video;
  • rispondere sempre o comunque il più possibile;
  • non parlare solo di se stessi;
  • diffondere notizie sul propri interessi (sarà simile a quello dei propri follower);
  • twittare con frequenza e costanza: mantenere la presenza e l’attenzione dei follower;
  • essere rapidi e tempestivi nelle risposte e nelle discussioni

Grazie all’uso corretto degli #hashtag e condivisioni, possiamo aumentare la reputazione su determiante nicchie ed essere intercettati in modo maggiore. Per aumentare la propria autorità su una specifica nicchia, si deve far percepire ai propri follower, che sull’argomento siamo molto aggiornati. Questo lo si può fare semplicemente condividendo del contenuto di valore sul proprio account e le persone così ci seguiranno, adottandoci come Radar Autorevole su uno o più argomenti che trattiamo.

Twitter permette a chiunque di creare delle Liste e di inserire il proprio account senza avergli dato il consenso. Queste liste possono essere un utile strumento, per verificare se effettivamente la tua comunicazione viene percepita nella nicchia corretta.

Su Twitter è possibile raccogliere alcuni Tweet in una pagina chiamata Preferiti. Questa funzionalità è nata per tenere traccia di tweet interessanti, ma possiamo utilizzarla per raccogliere i migliori feedback inviati tramite Twitter. Questo ci permetterà di collezionare pareri positivi sulla nostra figura professionale e usarla a nostro vantaggio. Twitter viene molto sottovalutato, soprattuto in Italia, ma è un ottimo strumento per informare le persone in tempo reale su determinati argomenti. Basti pensare ai grandi brand o personaggi che raggiunto un numero considerevole di follower, sono capaci di trasportare un traffico molto considerevole su una qualsiasi pagina web.

© Il personal Branding – Marika Fantato

Twitter

 

Twitter

Benvenuto su Twitter!

Twitter è il famoso Social News che permette di comunicare in modo rapido notizie, informazioni nei suoi 140 caratteri.

Il suo nome, in inglese, ricorda un cinguettio. E’ una piattaforma caratterizzata dalla condivisione di aggiornamenti con i propri followers, termine specifico del network che individua utenti che seguono un dato profilo.

Nasce nel 2006 dalla Odeo di San Francisco, azienda di web media, e viene utilizzato dagli utenti principalmente per restare in contatto con amici e conoscenti, leggendo in maniera facile e veloce i loro rispettivi aggiornamenti. Nasce un nuovo modo di relazionarsi online chiamato copresenza oppure ambient intimacy, ossia la condivisione continua della propria quotidianità.

Gli aggiornamenti possono avvenire tramite sito web o applicazione mobile, ma anche via SMS, e-mail.

È considerato un ottimo social network soprattutto per la condivisione veloce di contenuti legati ai propri interessi e al mondo business.

Per un Brand può essere utile servirsi di Twitter per svariati motivi, come ad esempio promuovere i propri prodotti, i propri eventi tramite il cosiddetto live tweeting.

Un’altra tipologia d’uso è quella del Customer Care, ovvero Servizio Clienti, un’attività da pianificare bene e sopratutto non per tutti.

Questo, come altri canali social, sono strumenti per comunicare in modo veloce, che deve essere fatto in modo corretto: se riceviamo una domanda o feedback su Twitter e come Brand rispondiamo, ad esempio, dopo 5 giorni, stiamo usando lo strumento nel  modo sbagliato.

Esso è uno dei tanti strumenti di microblogging, inteso come la pratica di pubblicare brevi contenuti nella Rete: è una sorta di piccolo blog personale. È proprio la natura sintetica dei contenuti condivisi che facilita la diffusione di questi in piccole comunità di utenti, con il conseguente incremento del senso di intimità e confidenza tra gli stessi.

Tutti i servizi di microblogging danno all’utente la possibilità di condividere qualsiasi tipo di informazione (da quelle importanti a quelle meno importanti) e consentono inoltre di dare e ricevere feedback in tempo reale, in questo modo è più facile creare relazioni con utenti che si dimostrano interessati al Brand personale di un individuo con cui hanno instaurato un legame.

E’ un ottimo strumento di conversazione poiché permette agli utenti di comunicare restando sempre aggiornati.

Permette di conversare e quindi di creare nuove relazioni instaurando quante più possibili discussioni con i propri interlocutori; permette di diffondere i contenuti aggregandoli ad altre fonti ed infine permette di aggiornare, ossia rendere partecipi i propri followers delle ultime novità.

La conversazione su Twitter prende varie forme e non ha regole precise, bensì parecchie usanze non scritte. Un utente può citarti, inserendo nel messaggio la stringa @tuousername anche senza essere un tuo follower. Puoi decidere di rispondere ad una domanda pubblicamente o via messaggio diretto. Ovviamente anche per questo media valgono le regole del buon senso, per garantire e mantenere una buona identità e reputazione.

 

© Il personal Branding – Marika Fantato

 

Facebook: come usarlo al meglio per il brand

Qual’è il modo giusto per utilizzare Facebook per il proprio brand e story telling?

Facebook

Come usare al meglio Facebook per il proprio storytelling Foto di William Iven da Pixabay

Primo step è configurare la Fan page, ovvero lo strumento di Facebook per le aziende, organizzazioni e marchi, che attraverso l’opzione Ti piace permette ai fan di ricevere le notifiche ad ogni nuovo post pubblicato. C’è la possibilità inoltre, di rendere protagonisti i propri fan mettendo in evidenza i loro singoli post che troviamo nella sezione Post di Altri, in modo da renderli protagonisti. In questo modo il post viene inserito nel flusso home della fan page (non avviene nessuna notifica ai fan).

Possiamo utilizzare il box Mi piace Pagine in modo strategico, facendo sinergia con altre pagine riferite al nostro brand. Facebook ha introdotto un comodo box e informazioni aggiuntive per monitorare l’andamento delle altre Fan page (concorrenti), in termini di:

  • nuovi fan;
  • contenuti migliori ;
  • frequenza di pubblicazione.
Nella parte Informazioni della Fan page è importante compilare tutte le informazioni necessarie per far conoscere la storia e gli obiettivi del brand.

Al secondo step si costruisce un piano editoriale che consiste nella conoscenza del brand e del suo target, in quanto prima di creare qualsiasi contenuto o idea dobbiamo avere una conoscenza chiara e corretta del Brand. Partiamo dal coordinamento grafico alla chiarezza del target primario che farà parte della nostra community, dati di partenza fondamentali per identificare quale sarà la nostra community ideale.

Si farà poi una scelta del tono di voce, ovvero il modo con il quale si interagisce con la propria community.

A seconda della nostra community possiamo essere più o meno informale, in modo da costruire un rapporto dinamico e genuino con i Fan. Richiamare la nostra community con un “Nome/Gruppo” unico aumenta l’ingaggio con i nostri fan.

Il cuore del piano editoriale sono proprio i contenuti proposti: testo, video e immagini. Molto efficace è anche creare delle rubriche a tema affine ai valori e passioni del brand in modo da ampliare le probabilità di condivisione organica.

Inoltre è molto performante pensare a delle creatività ad HOC per la nostra community e brand, in modo tale da essere sul pezzo a ottenere maggiori interazioni.

E’ importante creare in precedenza il Documento Q/A (Domande e Risposte), un documento testuale nel quale inserire domande e risposte frequenti che la community potrebbe richiedere, in modo da avere delle risposte rapide con cui rispondere. Un referente all’interno del Brand sarà l’incaricato per tutte le domande e risposte non ivi presenti. Il documento può essere un’ottima soluzione anche per gestire le domande frequenti relative all’attivazione di un concorso in Facebook nelle aziende.

Decisi i contenuti diventa fondamentale calendarizzare la pubblicazione dei singoli contenuti decidendo data e orari. Non esiste un giorno e un orario perfetto per tutte le fa page, ma a seconda della tipologia e degli obiettivi cambia.

Statistiche mostrano che gli orari con maggiore interazione sono dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00. La maggior parte delle crisi sui social media sono scaturite da una mancanza di moderazione e prevenzione efficace, queste richiedono una reazione velocissima e trasparente, altrimenti, i contenuti negativi che appaiono online rischiano di diffondersi rapidamente, danneggiando l’immagine del brand in tempi altrettanto brevi. Un buon piano di crisis management dovrebbe perciò mirare a prevenire una crisi.

Per maggiore efficacia è meglio agire in due direzioni:
  • monitorare costantemente la propria presenza sui social media e sul web in generale;
  • aggiornare costantemente il piano di social media crisis management, poiché il web è un mezzo molto veloce: ciò che funziona oggi può dover essere corretto entro qualche mese

Monitorare con costanza il brand permette di capire ciò che gli utenti ne dicono. Prima si scopre una situazione potenzialmente pericolosa, prima si può reagire.

Il vantaggio è quello di poterla smorzare prima che si propaghi a macchia d’olio.

Nella gestione della community facebook è bene creare una netiquette, ovvero una Tab Facebook in cui descrivere le regole di comportamento per la community; un documento Q/A interno per i CM (crisis management) che permette di avere delle risposte rapide alle domande più frequenti sul web; e tool interni , ovvero strumenti che ottimizzano e facilitano il lavoro in team per la gestione di community.

Quando un commento dell’utente è offensivo bisogna valutare il BAN in Black List e non rispondere all’offesa con un’altra offesa; quando è negativo rispondere come da Documento Q/A, invitare alla discussione via e-mail ufficiale o messaggio privato, rispondere sempre e non lasciare latente; quando è pericoloso, ovvero è un commento alimentato da altri Fan o Amici, vi è un potenziale danno dell’immagine con buzz negativo e anche qui bisogna rispondere sempre e non lasciare niente latente.

La Fan Page ha anche gli Insights, le statistiche ufficiali sul loro andamento che indicano i Mi piace, la portata della pagina, le visite ai post e l’andamento del flusso delle persone sulla pagina.

Possiamo utilizzare anche Facebook Ads, il circuito pubblicitario, che permette di creare e profilare annunci pubblicitari mirati al proprio target.

© Il personal Branding – Marika Fantato

Facebook per il Personal Brand

Facebook per il Personal Brand

Facebook per il branding

Come utilizzare al meglio le tue risorse digitali Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’aspetto da considerare maggiormente per riuscire ad affermarsi sfruttando Facebook e i social network è la partecipazione. Più si è dinamici e propositivi, più si raggiungerà un buon ritorno in termini di considerazione. Per fare ciò bisogna entrare in contatto con gli altri utenti. Essendo i social network strumenti dominanti ed indispensabili per il Personal Branding è necessario un profilo su Facebook. Tramite questo potremmo entrare in contatto con amici e conoscenti, ma anche promuovere una presenza strategica in Rete.

Facebook è la piattaforma web dove gli utenti si mettono più a nudo, raccontando la propria vita personale, svelando lati del proprio carattere, rivelando amicizie e passioni varie.

Negli Stati Uniti e in moltissimi paesi del nord Europa consultare i social è ormai una pratica integrata nel processo di ricerca delle risorse umane. Anche in Italia le aziende si stanno muovendo sempre di più in questa direzione. Molti pensano che l’unico social legato alla vita lavorativa sia LinkedIn, ma sottovalutano il potere di altre piattaforme come Facebook. Infatti rispetto ai portali che nascono solo come incontro di domanda/offerta, Facebook da una prospettiva maggiore sulla persona.

Facebook offre tutti gli strumenti per implementare una strategia di Personal Branding: una Rete Sociale molto sofisticata, la possibilità di condividere ogni tipo di risorsa multimediale sia interna che esterna, una messaggistica avanzata e una buona gestione della privacy.

Per un Personal Brander essere presente su Facebook tramite una Fan page, oggi, è un’ottima opportunità per entrare in contatto con un alto potenziale di persone e creare una community di appassionati. La Fan Page può essere un canale efficace per attirare potenziali fan, clienti, consumatori del proprio business. Questo soprattutto grazie alla profilazione dell’utente finale per interessi, località, sessso, passioni. Inoltre su Facebook rispetto ad altri canali social è possibile creare delle campagne advertising profilate[1] . La profilazione è possibile in base a target e interessi, per intercettare una nicchia specifica e aumentare il tasso di conversione.

Non possiamo dimenticarci che ad oggi il Social Network di eccellenza in Italia è Facebook. Esserci diventa inevitabile, ma bisogna studiare prima il come presentarsi e cosa presentare a livello di contenuti e operazioni di marketing.

Curare il profilo in quest’ottica significa scegliere quale idea dare di noi e di chi ci cerca, prestando maggiore attenzione al taglio dei contenuti che condividiamo.

Sfruttare Facebook per il canale lavorativo significa analizzare e scegliere quali video, link, post e foto pubblicare. In base a questi creare interazioni con gli altri utenti e mostrare quello che sappiamo fare o vorremo fare in quell’ambito. Ciò non toglie che si può continuare a pubblicare anche situazioni della vita privata, ma ragionando sempre in questo senso.

Facebook è il social network del momento che si caratterizza di alcune importanti peculiarità, come quelle evidenziate da Centenaro[2] . Importanti sono le News feed, più comunemente chiamate Homepage, ossia la prima pagina alla quale si accede una volta effettuato l’accesso.

In bacheca vengono raccolte tutte le azioni di amici e pagine alle quali si è Fan, in modo che l’utente sia sempre aggiornato sulle rispettive attività. Con le notifiche e richieste che appaiono nella pagina personale l’utente verrà sempre informato delle richieste e notifiche che lo riguardano. Il meccanismo principale offerto da Facebook è quindi costituito dalle notifiche automatiche che un utente riceve sulle azioni dei suoi amici (News Feed). Ogni azione su Facebook sarà oggetto di attenzione da parte dei contatti che potranno decidere se commentare o imitare.

In un contesto in cui la nostra reputazione personale passa anche attraverso l’immagine che sappiamo dare di noi online, il profilo personale su Facebook è un ottimo strumento di personal branding per accreditare le nostre competenze e renderci riconoscibili sul mercato.

Per promuovere il proprio Personal Brand in Facebook, un elemento importante da considerare è la scelta dell’immagine per rappresentare la propria identità in uno spazio online.

Una buona scelta dovrebbe ricadere in un’immagine che sia quanto più possibile semplice, immediata e creativa. Tenendo sempre a mente che l’intento è quello di promuovere il brand personale e indurre le persone a fidarsi.

La scelta migliore è una foto personale in primo piano, meglio ancora se quadrata e con un buon contrasto tra soggetto e sfondo. È sconsigliata la scelta di un logo o iniziali di nome e cognome poiché più idonee per un’azienda piuttosto che per un professionista.

Se si intende usare Facebook sia per il business che per motivi privati (ad esempio per condividere le foto di famiglia con le persone lontane), è opportuno configurare la privacy nel modo corretto. Questo perché Facebook è nato come Rete Sociale per persone che già si conoscono nella vita reale. Negli ultimi anni molti lo utilizzano come strumento di connessione, facendo richieste di amicizia anche con persone sconosciute, anche solo per vedere quello che condividono o fanno.

Riuscire ad avere un profilo personale ricco di aggiornamenti e capace di avvicinare il nostro target così da costruire con i contatti un rapporto continuo e di fiducia ci dà visibilità.

È opportuno inoltre, per poter gestire in modo separato la nostra vita personale e quella professionale sul social, usare alcune specifiche funzionalità di facebook:

  • separare la lista degli amici in cerchie: è infatti possibile creare delle Cerchie differenti fra i contatti di lavoro, gli amici personali, i colleghi;
  • costruire delle liste di interesse all’interno delle quali organizzare le Pagine che vogliamo seguire. E’ possibile creare e modificare le Liste di Interesse a partire da ciascuna Pagina cliccando sul simbolo delle Impostazioni a destra del pulsante Like;
  • creare dei gruppi: questi consentono di condividere tra persone iscritte a Facebook ed appartenenti al gruppo aggiornamenti, informazioni, dati, notizie, immagini e link. Nei confronti di un gruppo è possibile fare una domanda, proporre un sondaggio, inviare un messaggio privato a tutti i partecipanti o solo ad alcuni e creare eventi;
  • utilizzare Audience Insights: un tool specifico per il calcolo dei possibili contatti di lavoro appartenenti ad un profilo socio-demografico e di interesse utile per ciascun professionista (e per ciascuna azienda). Audience Insights si trova dentro il pannello di controllo per la gestione della pubblicità su Facebook.
Un profilo curato sotto questi aspetti permetterà di gestire al meglio i contatti professionali e quelli personali, monitorare più facilmente ciò che è di nostro interesse.

Soprattutto migliorerà la nostra immagine e la percezione che avranno gli altri di noi.

Inoltre per una buona attività di Personal Branding devono essere inseriti i riferimenti online al proprio Brand, sito o blog e i link ad altri social network che l’utente utilizza. Per ampliare la rete di conoscenza del Brand può essere utile importare i contatti da altri luoghi come Gmail. Ma anche piccole accortezze come aggiornare con costanza lo stato per far sapere al pubblico di utenti le ultime novità. Anche aprire una pagina dedicata al proprio brand personale, per raggruppare tutte le attività professionali in un unico spazio, permettendo in questo modo di mantenere privato il profilo personale.

Importante è anche partecipare e, se possibile, organizzare eventi locali: bisogna far incontrare l’attività online con quella offline, di fatto la partecipazione ad eventi permette di raggiungere quelle persone poco attive nella Rete.

È d’obbligo rimandare al profilo Facebook se l’utente reputa il network importante per il proprio brand. Quindi è opportuno canalizzare l’attenzione al profilo o pagina Facebook, riportandolo in tutti gli spazi online di presenza ed infine è basilare fare social networking.

Fondamentale comunicare con gli altri: più si condivide e ci si relaziona offrendo buoni contenuti, maggiore sarà il ritorno.

I gruppi facebook sono dei veri e propri aggregatori di utenti che condividono gli stessi interessi, il luogo ideale dove discutere e interagire con gli altri. Tramite la connessione online fruttano l’opportunità di crearsi nuovi contatti lavorativi e promuovere il proprio profilo professionale.

Si può anche decidere di realizzare una strategia di branding più articolata creando una Pagina Facebook, separandola dalla vita privata. Le pagine sono gli strumenti per promuovere i brand generalmente: decidere di creare una pagina per sponsorizzare se stessi e il proprio lavoro sul web.

Infine un professionista che vuole promuovere rapidamente i propri servizi oltre alla creazione di una pagina e la costante attività di content curation, può pianificare una campagna pubblicitaria.

La pubblicità su Facebook è diversa da quella fatta nei tradizionali motori di ricerca perché l’offerta è fatta sul profilo socio-demografico dell’utente e non per parole chiave. Creare una campagna di advertising su Facebook è molto semplice ed è possibile progettare gli annunci in diversi modi. Innanzitutto bisogna accedere a Facebook con le proprie credenziali. Sul menù di sinistra, scegliere la voce “Crea inserzione”, e successivamente la destinazione su Facebook. A questo punto sarà possibile scegliere un diverso tipo di advertising:

  • ottenere più Mi Piace per la propria pagina aziendale, ovvero ampliare il proprio pubblico;
  • promuovere i post della Pagina aziendale per fare in modo che le persone vedano i propri messaggi più importanti ed eseguano delle azioni;
  • vedere le opzioni avanzate per, eventualmente, creare contenuti cretivi.

Successivamente inserite tutte le informazioni sul servizio desiderato basta: promuovere, scegliere un’immagine, il pubblico che si vuole raggiungere (per sesso, per età, per territorio/città, per categorie, per interessi e tanto altro) e il budget giornaliero della campagna. Ora si potrà visualizzare l’inserzione.

© Il personal Branding – Marika Fantato

Reference

[1]  Creare una campagna Facebook Ads non è semplice, a monte vi è una pianificazione dei contenuti e obiettivi ben complessa e dettagliata che serve per convertire al massimo il target preposto. La configurazione e l’analisi della campagna su Facebook è un ottimo modo per mostrare effettivamente le performance e le conversioni raggiunte. Non tutto si può promuovere su Facebook e raggiungere grandi risultati, quindi una volta deciso di scegliere Facebook come lancio di promozione analizziamo bene la parte di pianficazione.

[2]   Centenaro L., Personal Branding con i Social media, 2010.

Facebook

Facebook

Facebook nasce nel 2004 grazie all’ingegno di Mark Zuckerberg e compagni Chris Hughes e Dustin Moskovitz. L’invenzione del più potente tra i social network trae ispirazione dagli annuari scolastici delle università americane, da qui l’idea di crearne uno online. Sviluppato inizialmente all’interno del campus di Harvard, si diffonde poi a Stanford, Yale per poi aprirsi agli utenti di tutto il mondo.

Il 4 Febbraio Facebook ha compiuto 10 anni di vita. Nel 2004 era un piccolo network per studenti dei college statunitensi, oggi è una nazione da 1, 2 miliardi di visitatori mensili provenienti dall’Asia (351 milioni), dall’Europa (276 milioni), dagli USA e dal Canada (199 milioni) e da altri territori. Una espansione graduale, ma inesorabile, documentata dalla mappa dei social network del mondo, che ha imposto un modello di socialità in rete e di business che produce 5 miliardi di dollari di fatturato. Si fa fatica a ricordare la carica innovativa di Facebook, ma prima del suo successo la maggior parte delle persone non condivideva con piacere la propria identità online, né i propri gusti, inoltre in molte parti del mondo, compresa l’Italia, ha rappresentato uno stimolo all’alfabetizzazione informatica di base.

Grafico 8. Evoluzione degli utenti di facebook in Italia nel periodo 2008-2013, disponibile all’indirizzo: http://vincos.it/2014/01/27/i-10-anni-di-facebook-visti-italia-statistiche-social-network/

L’evoluzione di Facebook nel nostro paese è interessante perché è stata spontanea. Alla fine del 2007 si registravano appena 200.000 persone, poi nel settembre 2008 il primo salto di visibilità che portò gli utenti a superare il milione. Nel 2009 venne oltrepassata la soglia dei 10 milioni. Nel 2011 quella dei 20 milioni. Oggi gli italiani che visitano Facebook almeno una volta al mese sono 26 milioni. Quelli che lo fanno almeno una volta al giorno sono 17 milioni. Negli ultimi dodici mesi si è avuto un incremento della consultazione in mobilità tanto che oggi gli utenti mensili da mobile sono 16 milioni, quelli giornalieri 10 milioni.

Grafico 9. Distribuzione anagrafica di Facebook in Italia nel periodo 2008-2013 disponibile all’indirizzo: http://vincos.it/2014/01/27/i-10-anni-di-facebook-visti-italia-statistiche-social-network/

In questi anni è rimasta pressochè inalterata la suddivisione tra uomini e donne, rispettivamente al 52% e al 46%, con una quota di un 2% di non classificati. Invece ciò che è mutata profondamente è stata la composizione delle età degli iscritti. I primi utenti di Facebook sono stati i 19-24enni che nel 2008 rappresentavano ben il 29% di tutta la popolazione iscritta. Insieme a loro i 25-29enni che erano il 22%.

Oggi la prima fascia rappresenta solo il 18% degli utenti pari a 4,6 milioni di persone e la seconda il 12% ossia 3,2 milioni. Ha invece assunto un peso prevalente la popolazione più anziana, soprattutto quella di età 36-45, che ora rappresenta il 21% ossia 5,4 milioni di individui. Nell’ultimo periodo la coorte che cresce di più, al ritmo di un 40% all’anno, è quella degli ultra 56enni. Cala, da settembre ormai, la fascia dei 13/18enni che anno su anno fa registrare un -10%, leggermente più pronunciato tra le donne. Si tratta di un perdita di 350.000 unità, non determinante, ma sintomatica di una difficoltà inedita di stare al passo con le esigenze dei più giovani.

 

 

© Il personal Branding – Marika Fantato

 

 

I social network più idonei al Personal Brand

I social network più idonei al Personal Brand

Per determinare il social network da utilizzare, è opportuno considerare il tipo di attività professionale che l’utente svolge con il proprio Brand, questo perché ogni social network racchiude delle proprie criticità dal punto di vista comunicativo. Inoltre è importante per la  selezione, l’esperienza del singolo con l’utilizzo di un particolare network piuttosto che un altro e valutare la voglia della persona di imparare nuovi linguaggi in ambienti diversi.

Negli ultimi anni si è venuto a creare il social media marketing, a tal proposito analizziamo alcuni dati[1]:

  • sempre più utenti utilizzano il proprio tempo libero per curiosare sui social network;
  • età e genere non rispecchiano le aspettative: i maggiori utilizzatori dei social, infatti, sono uomini, non giovanissimi, con un’età compresa tra i 36 e i 45 anni;
  • gli utenti dichiarano di utilizzare i social network o per uso personale o come modo per mettersi in contatto con le aziende. Il principale motivo che li spinge a seguire una pagina aziendale è poter creare una community attorno al proprio brand.

La social-comunicazione per il personal brand è diventato un prerequisito e non più un elemento differenziante. È necessaria un’accurata analisi preliminare per selezionare i social adatti e redigere un piano editoriale per proporre contenuti accattivanti e coinvolgenti.

Social vuol dire dialogo, quindi bisogna essere pronti e presenti a qualsiasi richiesta, ma soprattutto fornire una risposta esaustiva e pressochè immediata: la frequenza delle pubblicazioni gioca un ruolo fondamentale se l’obiettivo è interagire efficacemente con gli utenti.

 

 

© Il personal Branding – Marika Fantato

 

 

[1]  Fonti wearesocial.it e vincos.it

Come scegliere il canale social per il Personal Brand

Come scegliere il canale social per il Personal Brand

Come già detto in precedenza i Social Media sono degli ottimi alleati per creare una community e indirizzare le diverse attività per il Personal Brand, ma allo stesso tempo se non vengono gestiti e coordinati in modo adeguato, possono diventare strumenti negativi all’immagine e brand reputation.

La scelta dei Social Media dipende sempre dagli obiettivi stabiliti e dall’utilizzo da fare per la nostra mission pianificata a monte.

Spesso si fa il grande errore di aprire canali Social di ogni tipo, ma ovviamente se non vengono seguiti e curati perderanno la loro efficacia.

Molte case study negative l’hanno insegnato, oggi non è importante solo che se ne parli, ma anche il come se ne parli sui social. (@JuliusDesign | Retweet)

La scelta del canale social deve essere ponderato all’inizio seguendo la comunicazione, il target e gli obiettivi prefissati del brand: solo in questo modo si avranno le idee più chiare sulla scelta.

Non dobbiamo essere presenti in tutte le piattaforme, ma dobbiamo capire prima cosa vogliamo comunicare, perchè un canale di un Brand gestito male, o addirittura presente, ma assente di contenuti, è un aspetto molto negativo e controproducente alla nostra brand reputation.

Scegliere il social adatto prevede una serie di step:

  • l’individuazione del brand: storia, valori che si vogliono comunicare e posizionamento del brand;
  • gli obiettivi: brand awareness (consapevolezza del brand e del servizio/prodotto che vogliamo comunicare), credibilità del brand, esperienza del cliente e supporto alla vendita di se stessi come brand;
  • pubblico: chi è il nostro pubblico? Dove si trova? Come lo raggiungiamo?;
  • canale social: scegliere quale canale ci soddisfa, scegliere il tono di voce, studiare la concorrenza e fare un piano di comunicazione.

Concludendo, usare i Social Media, significa prima di tutto saper scegliere e saper gestire un canale parallello alla propria comunicazione, in modo da offrire un valore aggiunto e concreto durante la pianificazione di comunicazione e strategie di marketing. Usare in modo corretto i diversi social media può portare vantaggi notevoli a livello di visibilità, e attirare potenziali clienti. Esserci e basta non funziona più, quindi se vogliamo potenziare la nostra visibilità sui social dobbiamo sapere cosa fare e in che modo.

Il contenuto è importante, ma se rimaniamo nascosti, nessuno mai arriverà a conoscerci.

 

 

© Il personal Branding – Marika Fantato

 

 

Approfondimento sul Metodo Canvas

Approfondimento sul Metodo Canvas

Il Personal Branding Canvas, ideato da Luigi Centenaro ( creato insieme all’azienda italiana Beople SRL specializzata in Business Design) è lo strumento visivo per lo sviluppo rapido di una strategia di Personal Branding. L’idea è di rendere il più semplice possibile:

  • descrivere, progettare e re-inventare il proprio Personal Brand anche senza basi di Branding e di Marketing;
  • insegnare e fare coaching sul Personal Branding in maniera semplice ed efficace. Il Personal Branding Canvas è basato sull’approccio Business Model You®, sviluppato da Tim Clark e sulla metodologia Business Model Generation resa famosa da Alex Osterwalder e Yves Pigneur nel loro best-seller.

Il punto di forza del Personal Branding Canvas è quello di far spostare l’attenzione dal lungo sviluppo di una strategia, che può richiedere molto tempo e risorse, a quello della progettazione, del ragionare per modelli: realizzare un primo prototipo, testarlo sul mercato e imparare dai feedback.

La metodologia che vi è alla base comprende, molti strumenti e pratiche visive, alcuni originali e altri presi in prestito dal Business Design e dal Design Thinking: mappa empatica, customer journey, Value Proposition Canvas, mind mapping, mappe di posizionamento, ecc.

Fare Personal Branding significa implementare il processo con cui una persona identifica il suo valore, lo fa conoscere al giusto pubblico (audience) e ottiene risultati per se stessa. Per attivare questo processo è necessario disporre di un modello chiaro e dell’immagine generale, la big picture: di dove stai andando, perché lo stai facendo, come e se stai raggiungendo il risultato che desideri.

Il Personal Branding Canvas permette di fare tutto questo molto velocemente.

Figura 3. Metodo Canvas disponibile all’indirizzo: http://personalbrandingcanvas.com/it/canvas-ita/

Il Personal Branding Canvas è un nuovo strumento “visual” che in nove passi può aiutare chiunque a creare, valutare, riprogettare e migliorare il proprio Personal Brand. Questo approccio è rivolto a tre segmenti di persone:

  • per chiunque voglia scoprire o re-inventare il proprio Personal Brand, ma vuole un approccio concreto e senza gergo tecnico: artisti, professionisti, avvocati, dottori, dentisti, imprenditori, startupper, manager, studenti, politici, celebrity, influencer, blogger, etc;
  • per tutti quei professionisti nel campo del successo personale: career coach, consulenti d’immagine, portavoce, PR, digital PR, community manager, talent agents, web e social media marketing, ecc. Tutti coloro che necessitano di un metodo pratico per sviluppare una strategia allineata con la vera identità e gli obiettivi reali dei loro clienti e studenti;
  • questo metodo visivo può anche semplificare il lavoro di qualsiasi Personal Branding Strategist perchè l’approccio sottolineato dal Canvas può sostenere qualsiasi stile di personal branding.

 

 

 

© Il personal Branding – Marika Fantato