Modello per la Valutazione dello stress lavorativo

MODELLO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA STRESS-LAVORO CORRELATO

PROPOSTE OPERATIVE E MODELLI CONCETTUALI

Modello proposto

Il modello che proponiamo si articola in diverse macrofasi che comprendono

1°)    Identificazione della presenza del rischio

2°)    Misurazione della percezione soggettiva del rischio

3°)    Progettazione di un intervento

4°)    Stesura di un documento di valutazione

5°)    Verifica efficacia degli eventuali interventi

Fase uno: identificazione del rischio

La prima fase si articola in uno o più incontri con l?obiettivo di evidenziare la presenza di eventuali fonti di rischio da stress lavoro correlato in azienda, la tipologia dei rischi presenti e la loro localizzazione nell’organizzazione.

I metodi maggiormente consigliati ed utilizzati per svolgere questi incontri sono:

  1. Focus Group, tale metodo prevede la partecipazione dell?RSPP e l?RLS (quando presente) e altre figure di responsabilità ritenute importanti a seconda della realtà aziendale. Viene normalmente gestito da una o due persone che hanno il compito di condurre la discussione verso gli scopi prefissati. Durante tale incontro, sulla base dell’incrocio tra quanto emerge e una  griglia di possibili fattori di rischio, si valuta la presenza o meno di determinati elementi che possono causare stress organizzativo, la loro locazione all’interno delle macro-aree ritenuto particolarmente valido per una serie di motivi. I vantaggi del Focus Group sono la possibilità di effettuare un?analisi approfondita e completa, mentre lo svantaggio è che non mantenendo l?anonimato la persona potrebbe non sentirsi libera di esprimere giudizi personali.
  2. Interviste semistrutturate oppure un Questionario / Check List che verrà somministrata ad un gruppo di persone scelto in base a quanto emerso durante gli incontri precedenti. L’utilizzo di un questionario / check list ha il vantaggio di risparmiare tempo e di poter raggiungere anche persone che si trovano lontane o fuori sede (si può compilare elettronicamente ed inviare via email), può mantenere l?anonimato e quindi la persona può sentirsi libera di esprimere un giudizio personale, per contro non permette di analizzare la situazione con profondità.

Tutti i metodi sono considerati validi ed attendibili in letteratura e permettono di raggiungere scopi simili in modo efficace.

Nel caso in cui non vengano rilevati rischi psicosociali da stress la valutazione termina con la stesura e la redazione della relazione tecnica da allegare al documento di valutazione dei rischi.

In caso contrario si procede alla fase due.

Fase due: la misurazione della percezione soggettiva rischio

Dopo aver individuato le probabili fonti di rischio, la localizzazione e le categorie di lavoratori più a rischio si può procedere alla definizione delle azioni di miglioramento (salvo effettuare in seguito una verifica circa l’efficacia di tali azioni), oppure si procede alla somministrazione di questionari (HSE/MOHQ) ai lavoratori oppure ad una serie di interviste semi-strutturate ai lavoratori che permetteranno di individuare il livello di rischio, la sua significatività e la sua misura.

La somministrazione dei questionari può essere fatta su supporto cartaceo o informatico e può prevedere un documento introduttivo per il lavoratore fornito dallo studio. Si può fare su tutti i lavoratori o solo su una parte a seconda di quanto emerso nella prima fase, ma deve essere effettuata una percentuale considerata significativa. In ogni caso si consiglia sempre di analizzare i reparti nella loro totalità dove possibile.

Le interviste vengono effettuate su una parte dei lavoratori a seconda di quanto emerso durante la prima fase: hanno la durata di circa cinquanta minuti e prevedono un colloquio in cui vengono chieste informazioni per confermare e verificare il peso di un eventuale rischio.

Hanno il vantaggio di poter portare alla luce eventuali dinamiche nelle relazioni tra colleghi e superiori, tra reparti diversi e i punti di vista del lavoratore.

Se dalla misurazione il livello di rischio viene evidenziato come non significativo, la valutazione termina con la stesura e la redazione della relazione tecnica da allegare al documento di valutazione dei rischi.

In caso contrario si procede alla fase tre.

Fase tre: definizione e progettazione di un intervento ad hoc

Il piano di azione sui rischi si basa sulla definizione, insieme al cliente, delle costrittività organizzative e degli obiettivi di cambiamento che si intendono raggiungere, ovvero ciò che non può essere modificato nella struttura organizzativa in relazione agli obiettivi di cambiamento che l?azienda vuole raggiungere.

Questo processo ci permette di individuare con maggiore precisione le azioni correttive da intraprendere e di modellarle sulle esigenze specifiche del cliente.

Fase quattro: la stesura di un documento di valutazione

Questa fase prevede la stesura e la redazione di una relazione tecnica comprensiva di tutti gli interventi effettuati, dei risultati delle valutazioni effettuate, delle azioni correttive scelte e di un parere professionale da allegare al documento di valutazione dei rischi.

Fase cinque: verifica

In questa fase, a distanza di tempo viene verificata l?efficacia delle azioni intraprese per diminuire le condizioni di stress

Riepilogo delle 5 fasi

 

 

 

© – Andrea Castello – Irene Borgia