Le indagini difensive: Conclusione

Le indagini difensive: Conclusione

Su autorizzazione dell’autrice Dott.ssa Chiara Vercellini, tratto da http://www.psicologiagiuridica.com/

Il presente lavoro ha mostrato che l’introduzione nel nostro ordinamento, dell’articolo 7 della legge n° 397/2000, oltre a sancire l’ingresso delle indagini nel lavoro della difesa, offrendo un quadro normativo di riferimento, modifica le competenze in capo ai consulenti tecnici delle parti private, attribuendo loro la possibilità di intervenire direttamente e attivamente nella fase delle indagini. Il consulente psicologo, quindi, ha dinnanzi a sé nuove opportunità, che prevedono una preparazione teorica e tecnica in linea con i compiti che la legge gli affida.

Dalla letteratura di riferimento, inoltre, si evince che la psicologia ha diverse possibilità di intervenire e di contribuire negli aspetti pratici dell’investigazione. Tanto per citare qualche esempio, si può pensare alla decodificazione delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, o alle controversie generate dalla problematica interpretazione delle dichiarazioni di minorenni in casi di violenze sessuali. In questi casi, è evidente che una preparazione tradizionale, di tipo strettamente giuridico, non sarebbe, da sola, sufficiente; mentre sarebbe ragguardevole un’adeguata preparazione nelle discipline e tecniche psicologiche.

Partendo da questo presupposto, è stato esaminato uno fra i maggiori contributi che la ricerca psicologica e gli studi sulla comunicazione hanno fornito al diritto e alle investigazioni, cioè la psicologia della testimonianza.

Nell’ambito dell’acquisizione di informazioni, infatti, è necessario considerare tutti quei processi psicologici inerenti all’elaborazione, al mantenimento e al recupero di un ricordo, nonché i possibili errori a cui può andare incontro un individuo nella rievocazione degli eventi. Infatti, ciò che un teste ricorda, non è solamente la descrizione dell’evento a cui ha assistito, ma è piuttosto l’interpretazione che il soggetto ha dato all’evento al momento della codifica. Inoltre, l’esistenza di messaggi non verbali, la possibile contraddittorietà tra parole, sentimenti e atteggiamenti, le patologie della comunicazione, sono tutti elementi che ridimensionano e influenzano la certezza della prova testimoniale. Oltre a ciò, gli studi del settore dimostrano che la deposizione di un teste, che crede di essere sincero, non necessariamente corrisponde a verità, poiché sono molti i fattori che possono, talora, interferire sul suo ricordo e fargli riferire circostanze che egli reputa vere, mentre non lo sono.

Chi ascolta una deposizione, di conseguenza, deve avere la consapevolezza non solo di questo meccanismo automatico di interpretazione, che fa sì che il racconto del testimone sia influenzato, oltre che da ciò che ha visto, anche da conoscenze e convinzioni precedenti all’evento, ma anche di tutti quei meccanismi, di cui si è parlato, che influiscono sulle varie fasi della memoria e della rievocazione. Avere coscienza di ciò permette di sviluppare delle strategie, che costituiscono le basi per le moderne tecniche di intervista, per acquisire le informazioni dal testimone.

Non va sottovalutata, inoltre, l’importanza dell’aspetto relazionale, inteso come l’insieme di quei fattori che facilitano la comunicazione e, quindi, l’espressione dei contenuti. L’esperto che raccoglie una testimonianza deve essere in grado di instaurare una relazione positiva con il testimone, facendolo sentire a proprio agio e favorendo una partecipazione attiva ed un ascolto empatico, sia che si tratta di adulti, sia che, a maggior ragione, si tratta di minori.

Considerando tutti questi fattori, è stato evidenziato il ruolo e sono state specificate le capacità che il consulente tecnico psicologo possiede e che possono costituire un indispensabile ausilio al lavoro investigativo della difesa.

In conclusione, per dimostrare questa tesi, è stato presentato un caso pratico in cui il ruolo dell’esperto si è rivelato determinante per la difesa dell’ assistito.

 

 

©L’assistenza del consulente psicologo alle indagini difensive dell’avvocato: l’esame testimoniale – Dott.ssa Chiara Vercellini

 

 

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