Intervento di Consulenza: Percorso di Counseling

Intervento di Consulenza: Percorso di Counseling

Come già accennato, durante questo percorso di sviluppo e formazione coaching, sono emerse delle circostanze interne, conflitti soprattutto legati  ai rapporti famigliari che inizialmente non erano stati manifestati né Luca, né dal padre. Da qui, una nuova esigenza espressa fortemente dal padre di richiedere un’attività di counseling per comprendere a pieno le difficoltà del figlio nel ruolo futuro.

Cosa accade quando non sembrano esserci evidenti problemi pratici, organizzativi, interpersonali e istituzionali che giustificano uno stato di disagio? Cosa accade e cosa bisogna fare quando la preoccupazione, l’ansia, la demotivazione, la scarsa fiducia in sé stessi sembrano caricati da una tale intensità e pervasività da non essere giustificati in tale misura dai fatti, dalle situazioni o da difficoltà reali? Emergono i problemi emotivi: gli ostacoli non sono reali, ma emotivi. Ciò che ostacola il raggiungimento degli obiettivi personali di Luca non sono eventi o circostanze, ma convinzioni inadeguate o mancanti o ancora emozioni negative derivanti da rapporti incompresi e difficili, che disturbano fortemente una lucida valutazione dei fatti e della realtà interferendo con la ricerca di soluzioni.

Il compito del counselor è stato ancora una volta aiutare il cliente ad identificare le radici del problema e in questo caso bisognerà supportare e sostenere  costantemente Luca per far chiarezza sulla propria persona: quali sono i suoi bisogni e i suoi obiettivi? Cosa vuole raggiungere? Cosa gli impedisce di farlo?

La griglia dei compiti a cui si fa riferimento è stata suddivisa in tre passi fondamentali. Ciascuno segue l’altro in una sequenza obbligata, ma all’ultimo passo segue di nuovo il primo, costruendo così un processo circolare in cui si perfeziona costantemente l’intervento.

1.Stabilire gli obiettivi ed individuare gli ostacoli

 

Chi è sopraffatto da un problema tende a percepire solo il disagio che questo gli procura, a concentrarsi su quello e ad interpretare la sua realtà in funzione delle emozioni che scaturiscono dal disagio. Così finisce con il perdere di vista i propri bisogni più importanti e quindi l’attitudine a stabilire degli obiettivi personali. E’essenziale riportare l’attenzione ai bisogni e agli obiettivi che s’intendono raggiungere. Ciò consente di individuare gli ostacoli con maggiore chiarezza, realismo e con la giusta distanza emotiva.

Inoltre, l’attenzione agli obiettivi consente di esplorare le possibili soluzioni in modo creativo e libero.

Le domande chiave sono:

Cosa intendiamo raggiungere?

Cosa ce lo impedisce?

2. Individuare ed utilizzar le risorse

Una volta stabiliti degli obiettivi, ed una volta individuati ostacoli e limiti, è inutile concentrarsi solo su questi ultimi. Ciò che chiamiamo “ostacoli”, è l’espressione di un certo stato dei fatti. Il compito del counseling è di favorire un cambiamento dello stato dei fatti. Se le cose continuano allo stesso modo, quegli stessi ostacoli saranno sempre presenti. Quindi bisogna inventarsi qualcosa di nuovo. Ciò significa imparare a cogliere ed utilizzare delle nuove risorse oppure delle risorse che non erano utilizzate alo scopo.

Le domande chiave sono:

Quali sono gli aspetti superabili degli ostacoli?

Cosa serve per farlo? Come si può accedervi?

Come possiamo mettere insieme le risorse disponibili?

3. Verificare

Il counseling è un processo circolare. Se gli obiettivi vengono raggiunti, è raggiunto anche l’obiettivo di counseling. Ma se gli obiettivi non saranno raggiunti bisogna essere capaci di rimettere in discussione qualsiasi aspetto del proprio lavoro e di modificare ciò che non funziona. Quando l’obiettivo non è raggiunto o è raggiunto solo in parte non è un fallimento, ma un apprendimento. Inoltre, non è infrequente l’osservazione che il lavoro di counseling possa modificare gli obiettivi iniziali. Anche in questo caso, non c’è alcun fallimento, ma solo l’opportunità di chiarire che un certo obiettivo non era esattamente ciò di cui il cliente aveva bisogno e che questo può essere modificato, e modificato ancora, in una sorta di circolo virtuoso di costante perfezionamento del lavoro.

Le domande chiave sono:

Ci si sta avvicinando agli obiettivi?

Cosa sta funzionando e cosa deve essere invece modificato?

L’obiettivo iniziale è ancora valido? Come si è modificato?

Per affrontare un problema, in qualsiasi ambito questo si sviluppi, è sempre necessario individuare con precisione gli obiettivi che ci si prefiggono, gli ostacoli che si frappongono, le risorse necessarie per superare questi ostacoli e costruire strategie efficaci, ed infine operare un’attenta verifica dei risultati.

Ciò determina un processo circolare che dalla verifica ritorna agli obiettivi, raffinando sempre di più l’individuazione e l’attivazione di risorse personali, interpersonali, sociali ed istituzionali.

 

Tempo e attività

Il processo di counseling è stato programmato con cadenza mensile e della durata di circa 2 ore così suddivisi:

 

 

Gli incontri sono stati funzionali a chiarire il vissuto lavorativo di Luca, quali sono i suoi obiettivi che ritiene prioritari da affrontare, cosa desidera dalla sua vita e cosa aspira a livello professionale, che tipo di persona vorrebbe essere terminato il percorso, di cosa ha bisogno per andare avanti, cosa gli manca nella vita. E’ importante ottenere una descrizione dell’obiettivo per ciascuno dei seguenti livelli:

– la condizione oggettiva esterna che vorrebbe realizzare (contesto)

– il comportamento che vorrebbe tenere (comportamento)

– quali capacità vorrebbe possedere (capacità)

– cosa vorrebbe provare (emozioni e corpo)

– come vorrebbe sentirsi come persona (identità personale).

Durante il percorso di counseling sono emerse problematiche relazionali tra padre e figlio; si è ritenuto pertanto coinvolgere anche la figura del padre rendendolo corresponsabile e meno severo e rigido nei confronti delle potenzialità del figlio.

 

 

 

© “Il Counseling ed il bilancio di competenze in azienda. Ipotesi di una sinergia professionale orientata alla persona e al business” – Dott.ssa Camilla Girelli