Il cervello tenace

Il cervello tenace: raggiungere gli obiettivi con le neuroscienze

Il cervello tenace: come raggiungere i nostri obiettivi con le neuroscienze

 

Il cervello tenace fa la differenza. E’ anche la chiave per una consulenza efficace. Una buona consulenza ha lavora sulla tenacia.

Alcune persone, nei confronti di situazioni difficili, come ad esempio la preparazione ad una maratona o la costruzione di una nuova realtà imprenditoriale, si stancano e mollano. Molte altre, invece, perseverano, anche se il premio e la soddisfazione non arrivano subito.

La differenza tra queste persone è sostanziale ed è diventati di grande interessa per le neuroscienze per vari motivi, ed è il cervello tenace. Innanzi tutto le persone più tenaci sono quelle che hanno una salute migliore, raggiungono obiettivi scolastici più alti, sono più soddisfatte delle proprie vite e che raggiungono i loro obiettivi.

Passione, perseveranza, costanza e resilienza che noi in questo articolo chiameremo, appunto, tenacia (2).

Che cos’è il cervello tenace?

Il cervello tenace è quella zona cerebrale che è adibita a contenere la nostra tenacia. La zona del cervello implicata nel mantenimento dell’impegno, della fatica e degli sforzi anche se la ‘reward’, il premio, non sono dietro l’angolo per niente.

Localizzata nel cervello nella corteccia anteriore media corteccia cingolata (anterior-medial cingulate cortex = aMCC) ha connessioni fitte con il resto del nostro cervello.

E’ strettamente collegata con i lobi frontali, dove risiede la pianificazione e ciò che forma il nostro ‘carattere‘, con le cortecce motorie (per la pianificazione del movimento) e tutte le zone sottocorticali (emozioni, integrazioni sensoriali, ecc).

  • Il cervello tenace è ciò che decide se un’azione ha senso di essere compiuta.
  • E’ anche quello che monitora tutta l’attività per quell’azione specifica
  • E’, infine, la zona che valuta il rapporto costi – benefici. Quindi è meglio che ne valga la pena!

Per questo il comportamento che mettiamo in atto deve essere assolutamente motivato. Altrimenti non mettiamo in campo le energie che ci servono per continuare quella specifica azione. (9 – 10)

A cosa serve il cervello tenace?

Secondo alcuni studi recenti l’aMCC  contribuisce alla sinergia tra varie zone cerebrali, con le quali è strettamente connessa più di molte altre aree (3). Non solo è una zona metabolicamente più attiva (4) ma ha anche una fitta attività spontanea (5).

L’aMCC sembra quindi essere il centro di integrazione di moltissime informazioni e il nucleo della nostra capacità di lottare per raggiungere un obiettivo.

Inoltre l’aMCC fa parte di quello che viene chiamato il ‘multiple-demand system‘, ovvero un sistema associato a differenti attività cognitive, in cui vengono attivati differenti sub-task per raggiunger e un determinato obiettivo. Insomma, il sistema che valutiamo quando andiamo a fare i test dell’IQ! (6).

Ci è utile, il cervello tenace, per capire come allenare il nostro cervello per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi.

Questo deve essere sempre tenuto da conto per una consulenza strategica che permetta di arrivare davvero al raggiungimento dei propri obiettivi.

Se siamo stati bravi nella costruzione degli obiettivi allora avremmo anche un piano ben strutturato per raggiungerli. Sapremo anche sempre a che punto siamo e riusciremo a misurare i traguardi ottenuti. Riusciremo a sapere che abilità ci servono, quali abbiamo e quali dobbiamo allenare.

Una volta che avremo tutto questo per riuscire ad arrivare al nostro obiettivo sarà fondamentale il cervello tenace!

La tenacia è la nostra capacità di resistere e andare avanti, di trovare più risorse cognitive e di performare quando le richieste esterne sono molto alte.

Infatti l’aMCC ci attiva quando le richieste e i compiti sono particolarmente difficili. E’ quindi un tassello fondamentale per il raggiungimento dei nostri obiettivi e come tale va coltivata.

Cosa le neuroscienze ci dicono di fare per allenare la nostra tenacia?

Le neuroscienze ci spiegano esattamente come funzionano le varie zone cerebrali. Ci dicono anche che zona si attiva in quale momento e cosa succede se una zona viene a mancare.

Seguendo gli studi possiamo capire come funziona il nostro cervello e imparare delle nozioni preziose da utilizzare nella nostra vita quotidiana per raggiungere i nostri obiettivi.(8)

Innanzi tutto, avere una sequenza di obiettivi che ci permette di avere cognitivamente in mente, e per i quali siamo motivati, segue perfettamente la struttura cerebrale.

Infatti sia le zone legate alla motivazioni (anteriori e centrali) che quelle legate alla valutazione cognitiva (più laterali) lavorano in parallelo.

Se riusciamo a scegliere e strutturare obiettivi che ci motivano siamo nel burro.

Ma per andare avanti nei vari passaggi abbiamo bisogno, ovviamente, di tenacia. Come alleniamo il cervello tenace?

3 trucchi per attivare il cervello tenace.

La parte bella, del training delle zone frontali, è che per fortuna vengono attivate da tantissime attività! (7) Quindi abbiamo tante frecce al nostro arco per allenarle a fare sempre meglio, ad essere sempre più reattive e funzionali.

Possiamo darvi qualche trucco per aumentare la funzione del vostro cervello tenace che usiamo nella nostra consulenza!

  1. Muoviti! Fai sport, quello aerobico e faticoso..ma non troppo! Studi scientifici ci confermano che l’attività fisica aerobica prolungata migliora decisamente la nostra tenacia cerebrale a prescindere dall’età (1).
  2. Rilassati…ma nel presente! Impara e utilizza tecniche che ti permettano di diventare consapevole del qui ed ora e delle tue emozioni. Una tecnica molto utile in questo senso è la mindfulness o qualche piccola tecnica di auto-ipnosi.
  3. Gioca! Sì, avete capito bene. Ci sono molti giochi online che sono stati strutturati appositamente per allenare la nostra attenzione visiva e uditiva. Anche quelli maggiormente ludici vanno bene. Tutto sta nel tenere il nostro livello
  4. Cambia il modello cognitivo! Questa è la parte più complicata e che richiede maggiore impegno. Un buon modo per iniziare è vedere le situazioni da differenti punti di vista: cosa abbiamo tralasciato? Che cosa possiamo aggiungere all’esperienza? Chi non abbiamo considerato? Ci manca qualcosa?
  5. Lavora sugli obiettivi! Perché il cervello tenace ragiona valutando quante energie dare per arrivare ad un determinato obiettivo. Se abbiamo pianificato bene arriveremmo ovunque vogliamo andare.

Questi sono solo alcuni degli esercizi che possiamo fare. Come abbiamo visto, per sua natura, il cervello tenace è un insieme di strutture che si occupano di tantissime cose. Possiamo anche costruirci i nsotri esercizi e valutare se, nel tempo ci saranno miglioramenti.

Una delle cose da notare, dopo questi allenamenti, è se ci sia o meno l’aumento delle energie relative a qualcosa. Se saremo brav? riusciremo a convogliare la nostra tenacia con gli obiettivi e la motivazione. Allora non ci potrà fermare più nessuno!

 

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Bibliography:

  1. Colcombe SJ, Erickson KI, Scalf PE, Kim JS, Prakash R, McAuley E, Elavsky S, Marquez DX, Hu L, Kramer AF. Aerobic exercise training increases brain volume in aging humans. J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2006 Nov;61(11):1166-70. doi: 10.1093/gerona/61.11.1166. PMID: 17167157.
  2. Touroutoglou, A., Andreano, J., Dickerson, B. C., & Barrett, L. F. (2020). The tenacious brain: How the anterior mid-cingulate contributes to achieving goals. Cortex123, 12-29.
  3. van den Heuvel MP, Sporns O (2013b) Network hubs in the human brainTrends Cogn Sci 17:683–696.
  4. Collin G, Sporns O, Mandl RC, van den Heuvel MP (2014) Structural and functional aspects relating to cost and benefit of rich club organization in the human cerebral cortexCereb Cortex 24:2258–2267.
  5. Margulies DS, Kelly AM, Uddin LQ, Biswal BB, Castellanos FX, Milham MP (2007) Mapping the functional connectivity of anterior cingulate cortexNeuroimage 37:579–588.
  6. Duncan J (2010) The multiple-demand (MD) system of the primate brain: mental programs for intelligent behaviourTrends Cogn Sci 14:172–179.
  7. McClure SM, Bickel WK. A dual-systems perspective on addiction: contributions from neuroimaging and cognitive training. Ann N Y Acad Sci. 2014 Oct;1327:62-78. doi: 10.1111/nyas.12561. Erratum in: Ann N Y Acad Sci. 2014 Nov;1328:35. PMID: 25336389; PMCID: PMC4285342.
  8. Belleville, S., Bherer, L. Biomarkers of Cognitive Training Effects in Aging. Curr Tran Geriatr Gerontol Rep 1, 104–110 (2012). https://doi.org/10.1007/s13670-012-0014-5

  9. Bahlmann, J., Aarts, E., & D’Esposito, M. (2015). Influence of motivation on control hierarchy in the human frontal cortex. Journal of Neuroscience35(7), 3207-3217.
  10. Le Heron, C., Apps, M. A. J., & Husain, M. (2018). The anatomy of apathy: a neurocognitive framework for amotivated behaviour. Neuropsychologia118, 54-67.