1 – Attacchi di panico e agorafobia

Attacchi di panico e agorafobia

 

Sintomi:

    1. PALPITAZIONI, CARDIOPALMO O TACHICARDIA
    1. SUDORAZIONE IMPROVVISA
    1. TREMORI FINI O A GRANDI SCOSSE
    1. DISPNEA O SENSAZIONE DI SOFFOCAMENTO
    1. SENSAZIONE DI ASFISSIA
    1. DOLORE O FASTIDIO AL PETTO
    1. NAUSEA O DISTURBI ADDOMINALI
    1. SENSAZIONE DI SBANDAMENTO, DI INSTABILITÀ, DI TESTA LEGGERA O DI SVENIMENTO
    1. DEREALIZZAZIONE (IRREALTÀ) O DEPERSONALIZZAZIONE (DISTACCATI DA SÉ STESSI)
    1. PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO O DI IMPAZZIRE
    1. PAURA DI MORIRE
    1. PARESTESIE (SENSAZIONI DI TORPORE O DI FORMICOLIO)
    1. BRIVIDI O VAMPATE DI CALORE

Il paziente la descrive come un esperienza improvvisa, inaspettata e terribile, sia la prima volta e spesso le volte successive, ne consegue che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.

Il singolo episodio,quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per “paura della paura” che altro.

Il paziente si trova rapidamente coinvolto in un terribile circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia”, ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.

Diventa così pressoché difficilissimo, se non impossibile, uscire di casa da soli, viaggiare in treno, in autobus, guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, andare al ristorante o ad un cinema o a teatro, e cosi via.

L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diventa schiavo del suo disturbo, obbligando di frequente tutti i familiari ad adeguarsi, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere “grande e grosso” ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.

Descrizione dettagliata

Caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di Attacchi di Panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione/paura persistente di avere un altro Attacco di Panico.

Il paziente si preoccupa delle possibili implicazioni o conseguenze degli Attacchi di Panico e cambia il proprio comportamento in conseguenza degli attacchi e dei luoghi ove si sono presentati, principalmente evitando le situazioni e i luoghi in cui teme che essi possano verificarsi nuovamente.

Il primo Attacco di Panico è generalmente inaspettato, si manifesta improvvisamente (come un” fulmine a ciel sereno”, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso.

Per la diagnosi sono richiesti almeno due Attacchi di Panico inaspettati, ma la maggior parte degli individui ne hanno molti di più.

La frequenza e la gravità degli Attacchi di Panico varia ampiamente.

Si deve poter escludere che l’attacco di panico non sia dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (disturbo d’ansia indotto da sostanze) o di una condizione medica generale come ad esempio l’ipertiroidismo e che gli attacchi non siano meglio giustificabili da un altro disturbo mentale.

Ad esempio alcuni individui presentano attacchi moderatamente frequenti (per es. una volta alla settimana), che si manifestano regolarmente per mesi, altri riferiscono brevi serie di attacchi più frequenti  intervallate da settimane o mesi senza attacchi o con attacchi meno frequenti per molti anni.

L’episodio di panico è comune a molti disturbi. Va posta particolare attenzione al processo diagnostico differenziale. Elenchiamo i principali disturbi mentali utilizzati come criteri di esclusione. Qualora l’attacco di panico fosse meglio giustificato da uno dei seguenti disturbi la diagnosi principale sarà il disturbo indicato e non quello di panico, pur ricordando la possibilità di comorbidità (la presenza contemporanea nella stessa persona di più patologie che tra loro non presentano alcun nesso causale).

    • Fobia Specifica
    • Fobia Sociale
    • Disturbo Ossessivo-Compulsivo
    • Disturbo Post-Traumatico da Stress
    • Disturbo d’Ansia da Separazione

L’attacco di panico può essere definito “generalizzato” quando si presenta come il classico “fulmine a ciel sereno” oppure “situazionale” o “sensibile alla situazione” quando l’attacco di presenta in situazioni specifiche o più facilmente in alcune situazioni rispetto ad altre.

Un attacco di panico che si sviluppi esclusivamente in situazioni specifiche è molto probabilmente giustificabile da un altro disturbo mentali come i disturbi fobici ed il disturbo post-traumatico da stress.

Vi sono anche i cosiddetti attacchi paucisintomatici, molto comuni negli individui con Disturbo di Panico, che sono degli attacchi in cui si manifestano soltanto una parte dei sintomi del panico, senza esplodere in un vero attacco. La maggior parte degli individui con attacchi paucisintomatici, tuttavia, hanno avuto Attacchi di Panico completi in qualche momento nel corso del disturbo.

Gli individui con Disturbo di Panico mostrano caratteristiche preoccupazioni o interpretazioni sulle implicazioni o le conseguenze degli Attacchi di Panico. Alcuni temono che gli attacchi indichino la presenza di una malattia non diagnosticata, pericolosa per la propria vita (per es., cardiopatia, epilessia). Nonostante i ripetuti esami medici e la rassicurazione possono rimanere impauriti e convinti di avere una malattia pericolosa per la vita. Altri temono che gli Attacchi di Panico indichino che stanno “impazzendo” o perdendo il controllo, o che sono emotivamente deboli.

La preoccupazione per il prossimo attacco o per le sue implicazioni sono spesso associate con lo sviluppo di condotte di evitamento che possono determinare una vera e propria Agorafobia, nel qual caso viene diagnosticato il Disturbo di Panico con Agorafobia.

Trattamento terapeutico: Cenni

La psicoterapia è consigliabile affiancata, nei casi più gravi, da trattamento farmacologico.

È auspicabile una psicoterapia in cui il paziente svolga un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema e, insieme allo psicoterapeuta, si concentri sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali, nell’intento di modificare gli schemi del panico.

La terapia farmacologica degli attacchi di panico, (consigliabile in affiancamento alla psicoterapia), si basa fondamentalmente su due classi di farmaci: benzodiazepine e antidepressivi, spesso impiegati in associazione.

Nelle forme lievi la prescrizione di sole benzodiazepine può essere sufficiente. Le molecole più adoperate sono l’alprazolam, l’etizolam, il clonazepam, il lorazepam.

Tra gli antidepressivi si sono mostrati efficaci i triciclici – TCA – (es clorimipramina, imipramina, desimipramina), gli Inibitori delle mono amino ossidasi (IMAO) e gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina – SSRI – (es citalopram, paroxetina, fluoxetina, fluvoxamina, sertralina).

Quest’ultima classe, rispetto alle precedenti, presenta minori effetti collaterali.

Nei casi che non rispondono agli SSRI, possono essere impiegati i TCA, anche se molti clinici utilizzano tali molecole come terapia di primo impiego.

Gli IMAO, pur essendo farmaci molto efficaci, sono quasi del tutto caduti in disuso per i gravi effetti collaterali che possono presentarsi qualora vi fosse l’associazione di alcune molecole o non venissero rispettate le restrizioni alimentari prescritte.

© – Andrea Castello – Irene Borgia

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