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Programmazione Neuro Linguistica: Obiettivi e presupposti

Programmazione Neuro Linguistica: Obiettivi e presupposti

 

La Programmazione Neuro Linguistica permette di individuare modi nuovi di comprendere come la comunicazione verbale e non verbale influisce sul cervello umano.
L’obiettivo è quello di creare una serie di comunicazioni su esperienze specifiche, che permettono ad ogni membro di identificarsi in una comunicazione, al fine di definire ed elaborare ogni possibile tensione o difficoltà, che possono ostacolare la piena comprensione.
Per questo si ritiene che la PNL sia un’eccellente opportunità di comunicare meglio con gli altri, migliorando i rapporti interpersonali; sia lo strumento efficace per raggiungere i propri obiettivi e influenzare il raggiungimento dei targets altrui; il mezzo necessario per individuare e selezionare modelli di comportamento vincenti che permettono la crescita personale, lo sviluppo della propria creatività e la rapidità di apprendimento.
Alla base di questi cambiamenti c’è la convinzione che ogni individuo può avere il massimo controllo su alcuni processi della nostra neurologia, che vengono erroneamente chiamati “automatici”.
La PNL insegna a comunicare correttamente e per fare ciò fornisce delle metodologie e delle tecniche.
Quando si parla di comunicazione troviamo uno stretto legame con la persuasione e il convincimento che molto spesso viene confuso con la manipolazione.
Laura Cuttica, prima Master Trainer e la sola Licenced Instructor della PNL in Italia, nel suo primo libro L’avventura del comunicare sostiene che molti terapeuti italiani, psicologi e medici, in generali disinformati sulla PNL, perché sconosciuta e non insegnata in nessuna scuola dello Stato, o magari venuti a contatto in maniera errata o superficiale della materia, ritengono che essa sia una tecnica direttiva e manipolatrice e come tale possa essere irrispettosa della delicatezza di situazioni di sofferenze psichiche.
Questo è possibile se la PNL è mal condotta, come lo stesso avviene per la incompetenza, mascherata dalla boriosità del ruolo o del potere, di tutti i terapeuti incapaci, pur possedendo titoli e specializzazioni.
Chi antepone i valori celebrali e materiali, compreso la manipolazione degli altri, perché le tecniche se messe a frutto forniscono svariati modi di “entrare” nelle persone, non fa PNL. Se ciò è fatto senza il valore dell’integrità e del rispetto, diventa negativo e di sola utilità di chi usa impropriamente la PNL.
La PNL considera 20 presupposti indispensabili per avere successo: pensieri che determinano il comportamento, insieme ad attitudini e metodologie. Lo sviluppo di ogni punto è possibile per mezzo di tecniche.
I presupposti sono:
    1. La PNL è lo studio dell’esperienza soggettiva ed è nata da una ricerca per cui la curiosità della ricerca le appartiene.
    1. Qualunque processo umano, detto anche strategia, è schematizzabile e riproducibile.
    1. Si possono programmare le strategie di successo, scoprire i motivi dell’insuccesso di una strategia. Le strategie sono i processi di pensiero che conducono alla realizzazione di un comportamento.
    1. Una dote fondamentale di una persona, di una società, di un’istituzione o impresa è la flessibilità, cioè la capacità di modificare tanto quanto è necessario del proprio comportamento per ottenere il risultato voluto.
    1. Se al mondo esiste qualcuno molto abile nel fare qualcosa, è possibile imparare la strategia della sua capacità e insegnarla a tutti quelli che ne hanno bisogno.
    1. Il mondo è il territorio di tutti, la mappa del mondo è una costruzione personale, questa mappa non è il territorio intero, ma solo una parte di esso.
    1. Per raggiungere l’eccellenza e il successo occorre superare i limiti della propria percezione della realtà e la PNL estende o esce dai limiti ed aumenta le percezioni di ciò che è possibile.
    1. La capacità di cambiare il processo con il quale si fa esperienza della realtà è molto più utile e efficace che pensare di cambiare il contenuto dell’esperienza personale della realtà.
    1. Le risorse di cui un individuo necessita per affrontare un cambiamento sono già dentro di lui.
    1. Occorre considerare i risultati come feedback ovvero come risposte e non fallimenti. Tutti i risultati e i comportamenti sono apprendimento, sia che portino a raggiungere l’obiettivo desiderato, sia che non ottengano l’obiettivo. La vita è una scuola continua e noi siamo allievi dalla nascita alla morte.
    1. 11) Ogni comportamento nasconde un’intenzione positiva e ogni comportamento ha il suo valore nel contesto in cui si è verificato, occorre scoprirlo.
    1. 12) Ogni comportamento è una forma di adattamento al contesto in cui viene appreso e che lo determina.
    1. 13) L’essere umano è un sistema cibernetico, quindi qualunque cosa accada, anche solo una parte di questo sistema, influenzerà, senza dubbio, tutte le altri parti del sistema e dei sistemi entro i quali questo sistema è parte.
    1. 14) Ogni comportamento è comunicazione, anche il silenzio comunica, spesso molto più efficacemente delle parole.
    1. 15) Ogni comportamento è frutto del funzionamento dei processi neurali interni, sia che si tratti di linguaggio che del colore della pelle o dei movimento degli occhi. Quindi ogni cambiamento di questi segnali fornisce informazioni sulla trasformazione di questi processi interni.
    1. Le rappresentazioni sensoriali, verbali e non verbali, sono le basi del linguaggio dell’esperienza soggettiva.
    1. Non esiste una comunicazione corretta o sbagliata. Esiste il risultato che definisce il tipo di comunicazione che lo ha determinato e bisogna imparare a leggere o ascoltare cosa esprime il risultato e di conseguenza variare il comportamento che lo determina.
    1. Chi sa comunicare bene è responsabile sempre di ciò che ottiene, maanche di ciò che non ottiene.
    1. I comunicatori di successo sono creativi e accettano ed utilizzano tutti i comportamenti.
    1. Si cambia a qualunque età e la gioia di vivere non ha età.

 

 

 

 

 

 

 

Programmazione Neuro Linguistica: La storia

Programmazione Neuro Linguistica: La storia

 

La PNL nasce negli anni ’70 ad opera di un linguista e un cibernetico, RICHARD BANDLER e JOHN GRINDER, dalla voglia di accrescere le potenzialità umane. La PNL, però, affonda le sue origini in un’epoca ancora più remota, nel 1949, dallo studio dell’Assertività.
Bandler e Grinder studiarono quelle particolari persone che eccellevano nei loro campi, come manager, scienziati, allenatori, sportivi ecc.. chiedendosi quale fosse la strategia utilizzata per vincere nel loro campo.
Studiando si accorsero che queste persone applicavano delle strategie di comportamento, di motivazione e automotivazione che potevano essere riprodotte.
Da quest’analisi nasce la convinzione secondo la quale, se esiste un individuo al mondo che riesce ad eccellere in una determinata cosa, tutti gli individui possono raggiungere lo stesso risultato, modellando la sua strategia personale che lo porta verso il successo.
Richard Bandler, allora neolaureato all’università di Santa Cruz in California e John Grinder, professore in quella stessa università, incominciarono a studiare le caratteristiche della comunicazione usata da alcuni psicoterapeuti eccellenti, capaci di produrre cambiamenti in modo efficace.
Bandler e Grinder incontrarono Fritz Perls1, terapeuta Gestalt, nel centro di Esalen in California. Dopo aver analizzato Perls, i due iniziarono a studiare la comunicazione di Virginia Satir, utilizzata nella famiglia. Nello stesso periodo l’antropologo Gregory Bateson consigliò a Bandler, suo grande amico, di analizzare il lavoro di Milton Erickson, medico noto come uno dei maggiori e più efficaci esperti in ipnosi clinica. Anche da Erickson furono, così, estratti modelli di comunicazione di straordinaria efficacia in psicoterapia.
Alla fine degli anni ’70 un allievo di Bandler, Rodert Dilts incominciò a sviluppare con lui la PNL. Oggi egli è riconosciuto come colui che iniziò a sviluppare la PNL in modo scientifico. Dilts è noto per i suoi lavori di ricerca  e sviluppo in PNL in svariati campi, dalle applicazioni aziendali alle malattie ritenute incurabili.
La diffusione del metodo è avvenuta intorno agli anni ’80 dopo la pubblicazione di “La Metamorfosi Terapeutica”, “Ipnosi e trasformazione”, “La ristrutturazione”; così come il lavoro di Anthony Robbins “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri” pubblicato nella metà degli anni ’80.
Un autore di spicco dell’evoluzione e dell’attuale applicazione della Programmazione Neuro linguistica è John La Valle: consulente e formatore nelle più avanzate applicazioni al business e alla persuasione (coautore con Bandler di Persuasion Engeneering).
1) Fritz Perls (1893-1970), fondatore della terapia della Gestalt, aveva notato che l’uomo tende a staccarsi dalle esperienze negative, perciò tentò di sviluppare delle tecniche per aiutarlo ad accettare anche l’esperienza negativa e a farla propria. Virginia Satir (1916-1988), terapista familiare, autrice di libri e insegnante delle tecniche della terapia familiare, stimolava il cambiamento nelle persone che si rivolgevano a lei attraverso il sistema di psicoterapia conosciuto come “The Satir Growth Model”, un modello basato sulla presa di coscienza di comportamenti che provocano incomprensione all’interno della famiglia e il cambiamento degli stessi. Milton Erickson (1901-1980), importante ipnoterapista che lavorò sia nel campo della psicologia che in quello della psichiatria, sviluppò tecniche ipnoterapiche utili per esplorare l’inconscio e per permettere al paziente di superare le proprie paure. Si definì consulente familiare e acuto osservatore, qualità che lui stesso riteneva efficace per il suo lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Programmazione Neuro Linguistica: cos’è la PNL

Programmazione Neuro Linguistica: cos’è la PNL

 

Il nome PROGRAMMAZIONE NEURO-LINGUISTICA (PNL) è composto da tre termini che significano:
    1. Programmazione: secondo gli studiosi, noi abbiamo dei patrimoni di programmi racchiusi nella nostra mente e questi programmi possono essere modificati.
    1. Neuro: questi programmi vengono sistemati in maniera tale da diventare delle configurazioni neurali.
    1. Linguistica: il linguaggio fa parte del nostro sistema di comunicazione con gli altri e attraverso dei linguaggi di precisione è possibile estrarre i limiti che ostacolano il raggiungimento dei nostri obiettivi.
La PNL è un atteggiamento…..
Caratterizzato da senso di curiosità, avventura e desiderio di imparare abilità necessarie a comprendere quali tipi di comunicazione influenzano gli altri.
È guardare alla vita come una rara opportunità di apprendere.
La PNL è una metodologia….
Basata sul principio che ogni comportamento ha una struttura che può essere estrapolata, imparata, insegnata e anche cambiata.
Il criterio di questo metodo è sapere cosa sarà utile ed efficace.
L’innovazione della PNL consiste nell’avere presentato un modello anziché una teoria, riconoscendo la soggettività della comunicazione verbale e non verbale.
È importante precisare la differenza tra teoria e modello: il ruolo di un modello è il descrivere il funzionamento di un sistema, mentre una teoria tenta di spiegare perché questo sistema funziona così.
Si potrebbe riassumere ciò con la formula: la teoria si interessa del perché e il modello del come.
Parliamo di un modello che non si occupa della realtà dei fatti, ma della rappresentazione mentale che gli individui ne hanno, prescindendo dai motivi che l’hanno generata.
La PNL è una tecnologia…..
Cha permette ad una persona di organizzare le informazioni e le percezioni che provengono sia dalla realtà esterna che interna, in modo da raggiungere risultati ritenuti impossibili in precedenza.
Questo metodo si occupa quindi dello studio della struttura dell’esperienza soggettiva.
La sua convinzione di base e la sua promessa è che le strategie efficaci di pensiero possono essere identificate, assunte e utilizzate da chiunque lo desideri.
Ma cosa vuol dire studiare l’esperienza individuale?
Vuol dire che ogni individuo è in contatto con il mondo esterno per mezzo della sensorialità, ovvero percepisce il mondo attraverso i cinque sensi e le sensazioni interne. Questa percezione è filtrata da tre tipi di filtri, che hanno formato la sua personalità.
Questi filtri sono :
    • Il filtro genetico che proviene dal suo patrimonio genetico ereditato alla nascita ad è una sommatoria complessa di geni provenienti dal passato;
    • Il filtro sociale che viene costruito nel crescere, per mezzo dell’educazione ricevuta, della cultura, dell’istruzione, dei valori, della fascia sociale di appartenenza, delle ideologie apprese e professate, dello stile di vita che ha condizionato le scelte.
    • Il filtro individuale che è costituito dalla storia personale, da quello che è accaduto nel vivere e che ha condizionato i valori, le emozioni, i sentimenti.
È quindi molto evidente che ogni persona percepisce le cose diversamente da un’altra e questa diversità forma il processo interno mentale che è composto dalle rappresentazioni mentali di quanto percepito, influendo sui valori e le convinzioni, i quali avviano uno stato interno composto da emozioni, sentimenti e sensazioni che formano i metaprogrammi, le strategie delle persone ancora sotto forma di rappresentazioni mentali.
Dopo tutto questo lavoro interno, la persona risponde agli stimoli con un suo linguaggio, che come abbiamo detto è di due tipi, verbale e non verbale.
Il linguaggio non verbale è molto più importante di quello verbale e spesso rappresenta la vera comunicazione in quanto è inconscio, automatico, simbolico.
La PNL è perciò comunicazione e ricerca. È un modello nato dall’osservazione di comunicatori eccellenti, perciò insegna per prima cosa ad essere buoni ascoltatori e buoni osservatori, capaci di comprendere gli altri prima di essere comunicatori, insegnando, inoltre, come avere il controllo delle proprie strategie per poi poter comunicare efficacemente.
La grande innovazione della PNL è quella di entrare nell’osservazione, nell’ascolto e nelle sensazioni che produce la comunicazione non verbale su quattro livelli:
1. Cosa avviene nell’interlocutore;
2. Come viene espressa la sua comunicazione;
3. Cosa provoca in chi ascolta questa comunicazione;
4. Come si comporta, di conseguenza chi ha ascoltato e che risposte fornisce.
Possiamo affermare che la PNL rappresenta la più avanzata frontiera delle terapie ipnotiche e cognitive, che trova, nella riorganizzazione delle strategie della mente inconscia, il suo aspetto affascinante e promettente.
Risulta essere uno strumento potente per la sua plasticità, capacità di adattarsi a qualsiasi essere umano. Indubbiamente la PNL non può permetterci di capire quali sono le nostre finalità, ma può sicuramente aiutarci a chiarire i nostri obiettivi e la loro realizzazione.
Le caratteristiche principali della PNL si trovano:
    1. Nell’accento posto sulle capacità creative e riorganizzatrici della mente inconscia, distinto dall’inconscio psicanalitico che viene completamente trascurato, sia come struttura che ha creato il problema psichico, sia come entità in grado di risolverlo.
    1. Nella descrizione minuziosa dei processi sensoriali, attraverso cui l’individuo organizza i dati della realtà esterna in quella sua interna, integrandoli con quelli già esistenti.
    1. Nell’organizzazione di un sistema di strategie psicoterapeutiche, basate sulla capacità tecnica del terapeuta-operatore di entrare in rapporto con l’emisfero non- dominante della persona che ha davanti, piuttosto che con i suoi processi cognitivi.
La PNL si distingue dalle altre scienze del comportamento per lo sforzo compiuto verso la soddisfazione dei criteri scientifici di eleganza, affidabilità e precisione, attraverso l’utilizzo di costanti, indipendenti dal cambiamento della natura umana.

 

 

 

 

 

 

Programmazione Neuro Linguistica: Cenni sulla mente umana

Programmazione Neuro Linguistica: Cenni sul funzionamento della mente umana

 

L’esistenza umana è costituita da eventi governabili e altri che esulano dal nostro controllo. Questi ultimi li etichettiamo come casuali perché sono al di là delle nostre possibilità. La razionalità, fondamento della cultura occidentale, spiega molte cose, mentre quelle non spiegabili evita di considerarle perché rientranti nella fatalità.
Solitamente consideriamo che la nostra esistenza sia totalmente controllabile con la logica, rifiutando tutto ciò che è costituito da impulsi,emotività, irrazionalità.
Come è possibile che impulsi ed emotività possano influenzare la nostra vita, se l’uomo occidentale afferma che con la razionalità è possibile dominare tutto, compresa la natura?
Forse questa convinzione andrebbe rivista poiché quasi tutti sanno che non sempre la logica può gestire quello che ci circonda e che si trova all’interno di noi stessi. Probabilmente l’emozionalità e l’irrazionalità, elementi che costituiscono ogni individuo, rivestono un’importanza maggiore rispetto a quanto ne attribuiamo.
Da cosa è costituita la nostra mente?
Il cervello è costituito da due emisferi dislocati nella parte sinistra e nella parte destra dell’organo cerebrale.
L’emisfero sinistro è responsabile della razionalità, dell’articolazione della parola, della matematica, ed è sequenziale; l’emisfero destro, invece, è responsabile dell emotività, del sogno, della creatività, dell’irrazionalità ed è il luogo in cui è depositato il programma mentale.
Per meglio spiegare il significato di quest’ultimo termine, possiamo affermare che, quando veniamo al mondo la nostra mente è quasi totalmente priva di influenze, il nostro cervello è libero da condizionamenti provenienti dall’esterno e quindi reagisce senza schemi precostituiti, anche se nel grembo materno le emozioni di nostra madre influiscono sul nostro stato emozionale.
Durante la crescita, la nostra mente passa attraverso tre fasi. Inizialmente, quando veniamo al mondo non siamo in grado di distinguere il negativo dal positivo.
Questa particolare fase è chiamata Fase Sensoriale, condizione in cui avvertiamo il piacere e la sofferenza, la gioia e il dolore ma non siamo in grado di definirli; ad esempio il bambino mette le dita in una presa elettrica e sente il dolore ma non sa definirlo.
Lo stadio successivo è chiamato Fase Percettiva, stato in cui conosciamo il significato del piacere e della sofferenza, ma non siamo in grado di identificare la fonte che li detiene; ad esempio il bambino mette le dita nella presa di corrente, percepisce il dolore ma non sa identificare la fonte.
Infine attraversiamo la Fase Riflessiva, in cui identifichiamo la fonte buona e cattiva: identifichiamo la presa di corrente elettrica che fornisce la sofferenza, identifichiamo un genitore buono e quello cattivo.
È interessante fare una riflessione in merito agli stati di sviluppo: reputiamo un cibo disgustoso o piacevole, senza mai averlo assaggiato prima, solo guardando la smorfia di disgusto di nostra madre che cerca di farcelo mangiare.
Il gusto non è ancora sviluppato, ma siamo in grado di decodificare una serie di messaggi non verbali provenienti da chi ci sta vicino.
La nostra mente può essere paragonata ad un dischetto vergine che viene scritto man mano che i genitori, o chi per loro ci forniscono delle informazioni.
Da bambini assorbiamo come spugne tutti i dati e li immagazziniamo formando il programma mentale entro i primi tre anni di vita e questo si perfeziona fini ai 12 anni.
Questo disco è responsabile delle convinzioni profonde che spesso e volentieri limitano il successo della nostra vita.
Se da piccolo mia madre mi ha sempre ripetuto, ad esempio, che sono un imbecille, questa affermazione si sarà incisa nel mio inconscio in modo tale da farmi comportare come un imbecille, anche se questo mi reca sofferenza.
Questo programma occulto sfuggirà alla mia consapevolezza e l’unica spiegazione che potrò darmi è che sono un imbecille!
Perché continuiamo ad assumere un atteggiamento negativo, o arrossiamo senza un apparente motivo davanti determinate persone o situazioni? Perché a volte non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi anche se abbiamo tutto quello che ci serve?
Il motivo risiede nel fatto che l’inconscio ha un potere di controllo sulla nostra vita che arriva a superare il 90% rispetto al misero 10% della parte razionale.
Esistono attualmente un’infinità di tecniche, metodi, teorie che cercano di analizzare il mondo inconscio e migliorare la consapevolezza di esso.
Uno di questi metodi è la Programmazione Neuro Linguistica, mezzo per investigare e scoprire sistematicamente le relazioni tra processi mentali consci e inconsci sperimentati dagli esseri umani nel loro comportamento e nelle loro interazioni con il mondo esterno.

 

 

 

 

 

Programmazione Neuro Linguistica: Come comunichiamo

Programmazione Neuro Linguistica: Come comunichiamo

 

Come comunichiamo
L’essere umano ha una peculiarità fondamentale, tra le tante, se comparato agli altri animali: la parola. Questo primato ci porta ad enfatizzare l’importanza del contenuto verbale del messaggio comunicativo.
Alcuni sperimentatori hanno studiato gli elementi componenti la comunicazione e la percentuale dell’impatto comunicativo di ogni componente, e ne hanno ricavato un grafico (vedi fig. 2). La rappresentazione ci indica come tanto interesse dedicato da parte nostra alla componente verbale (contenuto = cosa diciamo) è del tutto fuori luogo, racchiudendo questa, in termini di impatto, solo il 7%. Al contrario, tendiamo a non considerare la parte non verbale, cioè il come si dice qualcosa, che rappresenterebbe il 93% dell’impatto comunicativo.
 
Il linguista John Grinder, di cui tratteremo più avanti, è stato uno dei due studiosi creatori della Programmazione Neuro Linguistica. Egli, consapevole della preminenza della comunicazione non verbale, si fece trasportare in piena Amazzonia presso uno tribù di cui era del tutto sconosciuto il codice linguistico, per completare uno studio di cui si stava occupando. Pur non conoscendo una parola, riuscì dopo circa tre mesi a farsi eleggere capo tribù semplicemente ricalcando1 il modo di atteggiarsi del capo in carica, il suo tono, ritmo, volume della voce, la sua mimica e gestualità.
Questo esempio è illuminante e paradigmatico, perché bene ci illustra l’ampio margine di impatto comunicativo che il linguaggio del corpo possiede. Elemento questo che è difficilmente controllabile a livello conscio e volontario.
Quando parliamo con un interlocutore la nostra mente conscia è impegnata nella codifica del messaggio verbale (digitale), la maggioranza dei messaggi vengono, al contrario, elaborati a livello inconscio. Ne consegue che la comunicazione è una funzione espressa e ricevuta soprattutto a livello inconscio.
Gli elementi fondamentali della comunicazione sono il contenuto e la relazione.
Il contenuto del messaggio viene normalmente trasmesso con il linguaggio verbale, mentre la relazione con quello analogico.
L’eccellenza della comunicazione è funzione della congruenza tra contenuto e relazione: qualsiasi transazione comunicativa può condurre ad una situazione di scontro e di incontro, che può verificarsi sia a livello di contenuto, che a livello di relazione.
La situazione ottimale è caratterizzata da un completo accordo in entrambii livelli e darà come risultato:
• una situazione di confronto
• probabile produzione di risultati
• stato interno: benessere
• posizione reciproca: parità
Al contrario, la situazione peggiore, che avviene quando gli interlocutori hanno una percezione sgradevole dell’altro e per giunta non condividono le argomentazioni trattate, è di totale scontro. In sintesi avremo:
• una situazione di scontro
• non si producono risultati
• stato interno: malessere-tensione
• posizione reciproca: disparità (one up/one down)
 Tra i due estremi si verificano anche le situazioni intermedie, che creano situazioni meno radicali, ma di facile cambiamento.
Il buon comunicatore si deve sentire completamente responsabile dei risultati che ottiene (o non ottiene). È vero che la reale responsabilità è da ripartire tra i comunicanti, ma l’atteggiamento di chi vuole raggiungere gli obiettivi prefissati deve mirare alla totale assunzione di responsabilità.
Se si attribuiscono le responsabilità agli altri si diviene passivi rispetto ad un processo comunicativo che, al contrario, è attivo e dinamico. Qualora dovessimo trovarci in una situazione in cui un’altra persona non ci consente di raggiungere un obiettivo è buona norma porsi il quesito:
Cosa posso fare io perché lui faccia ciò che io desidero e ciò che desideriamo insieme?

 

 

Programmazione Neuro Linguistica: Elementi di Comunicazione

PROGRAMMAZIONE NEURO LINGUISTICA

 

1. 1. Elementi di comunicazione
Penso sia un’esperienza abbastanza comune quella di entrare in un ambiente, vedere una persona per la prima volta, e prima ancora di poter scambiare con quella una parola, aver chiara la sensazione, positiva o negativa, che ci trasmette.
Quando ciò accade, usiamo l’espressione volgare “a pelle” per descrivere tale pregiudizievole impressione; che può in molti casi dipendere dalla comunicazione non verbale emessa inconsapevolmente dal soggetto. Anche la semplice osservazione di una fotografia di un soggetto è in grado di generare delle simili reazioni in noi. La sola presenza, apparentemente neutra, di un individuo, condiziona il nostro stato interno e quindi la nostra comunicazione.
Ogni comportamento, microscopico o macroscopico che sia, rappresenta un comunicato in uscita per il trasmettitore A (output) e un comunicato in entrata (input) per il ricevente B. Ogni input comunicativo genera una elaborazione, che attraverso processi psiconeurologici interni (S.I), produce cambiamenti psicofisiologici percepibili all’esterno che danno informazioni su di essi (C.E.). A loro volta, essi rappresentano un output per B e un input per A, che riceve questo dato tramite gli apparati sensoriali, elaborati attraverso il S.I., producendo un comportamento esterno. Per questa ragione si parla della comunicazione come di un ciclo di feedback (Fig. 1).
Mentre siamo tutti, chi più chi meno, consapevoli delle risposte macroscopiche (gesticolazione, linguaggio verbale), ci risulta più difficile l’attenzione ai processi micro-comportamentali.
 
Figura 1
I micro-comportamenti (movimenti degli occhi, cambiamenti del colore della pelle, modificazioni del respiro), danno importanti informazioni sulla persona, sui suoi processi di elaborazione interna e sul suo stato interno. Un attento osservatore, è in grado di ricevere consapevolmente molte più informazioni di quanto il comunicatore stesso pensi di trasmettere. Attraverso il riconoscimento di questi linguaggi del corpo, che essendo inconsci sono difficilmente falsificabili, il comunicatore eccellente trarrà indicazioni per meglio orientare la comunicazione successiva.
In un qualsiasi sistema comunicante, ciò che accade dipende dal feedback, dove ogni risposta è conseguenza della precedente comunicazione e causa della successiva, qualunque sia il risultato esso è strettamente dipendente da cosa si è detto e da come è stato detto.
Non esiste comunicazione corretta o sbagliata se non in relazione ad un obiettivo. Se il risultato che otteniamo ci indica di non aver raggiunto ciò che volevamo, non sarà certo ripetendo la stessa comunicazione che il risultato varierà. È necessario, quindi, analizzare il risultato e di conseguenza variare il nostro comportamento per giungere allo stato prefissatoci.
Differentemente da ciò che comunemente si pensa, il buon comunicatore non è colui che sa dare molte informazioni, ma colui che sa trarre maggior numero di informazioni dal suo interlocutore.
La comunicazione è un processo dinamico e occorre pertanto essere flessibili.
La migliore dote di un comunicatore è proprio la flessibilità, cioè la capacità di variare il comportamento per ottenere il risultato desiderato.

 

 

 

La PNL Programmazione Neurolinguistica applicata al processo educativo infantile: Introduzione

Un criterio di analisi dell’efficacia della Programmazione Neuro Linguistica applicata al processo educativo infantile

INTRODUZIONE

 

Il lavoro è strutturato in due parti: la prima, composta da tre capitoli, presenta un’analisi della PNL, la sua storia, i suoi obiettivi, le sue possibili applicazioni; nella seconda parte, organizzata in tre capitoli, l’attenzione si concentra invece sull’applicazione della PNL al processo educativo infantile.
La PNL viene esaminata, innanzitutto, come strumento per rendere più efficace la comunicazione interpersonale (I paragrafo), e come strumento di studio dell’esperienza soggettiva, partendo dal funzionamento della mente (II paragrafo).
I paragrafi successivi sono dedicati alla descrizione più dettagliata del metodo, attraverso gli studi dei suoi fondatori, che precisano le strategie da applicare per raggiungere con successo e rapidità gli obiettivi prefissati e i risultati desiderati.
Il secondo capitolo tratta le specifiche strategie come il Rapport, l’Ancoraggio, la Time-line, il modello T.O.T.E ed altre, che trovano attuazione nei più svariati settori. Il capitolo successivo offrirà alcuni esempi pratici.
La seconda parte è frutto di ricerche approfondite e di materiale proveniente dagli Stati Uniti, non ancora tradotto in lingua italiana, che riguarda lo studio di alcuni insegnanti ed esperti, che ormai da anni usufruiscono delle tecniche di PNL per migliorare il processo d’apprendimento dei bambini.
Il metodo pedagogico della PNL viene costantemente messo a confronto con i principali metodi, maggiormente conosciuti, come quello steineriano, montessoriano e piagettiano; l’obiettivo di questo raffronto, che riguarda il ruolo dell’educatore, dell’ambiente e del bambino, è quello di dimostrare l’efficacia e l’innovazione della PNL nel campo dell’insegnamento.
Seguono l’esposizione e la spiegazione di tecniche, strategie, attività, progetti e giochi, studiati appositamente per i bambini e per il loro livello di sviluppo e di apprendimento. Ogni strategia ha come fine ultimo la creazione o il rafforzamento di abilità e competenze, che interessanonon solo il campo prettamente scolastico, ma anche quello personale.
L’ultimo capitolo vuole dar voce ad un esempio concreto dell’utilizzo delle tecniche di PNL, analizzando l’esperienza di un’associazione italiana e umbra, For Mother Earth, che da anni nelle scuole porta avanti progetti basati sulla Programmazione Neuro Linguistica accostata alla Globalità dei Linguaggi.
Queste metodologie sono strumentali per l’alfabetizzazione emotiva al fine di formare dei soggetti capaci di riconoscere e gestire le proprie emozioni, che sono alla base di ogni comportamento. Gli ultimi due paragrafi, infine, sono composti da un elenco sostanzioso di progetti e giochi, rivolti a bambini di ogni età, con finalità specifiche per sviluppare o migliorare i talenti e le potenzialità dei soggetti.
L’analisi generale dell’argomento vuole essere, per quanto possibile, priva di soggettività e filtrata da opinioni personali o interpretazione, che, al contrario, sono palesate nelle conclusioni.

 

 

 

 

 

La PNL Programmazione Neurolinguistica applicata al processo educativo infantile: Premessa

Un criterio di analisi dell’efficacia della Programmazione Neurolinguistica (PNL)applicata al processo educativo infantile

 

PREMESSA

Il lavoro al quale mi sto dedicando è conclusivo di un percorso universitario, che mi ha reso più consapevole degli obiettivi che desidero raggiungere, e ha rafforzato in me quelle convinzioni che erano all’inizio delle vaghe percezioni.
La simbolica compagna di viaggio è stata la Comunicazione, oggetto di studio centrale in diverse discipline. A essa voglio dedicare la mia tesi.
La mia attenzione si centrerà su un aspetto specifico, prendendo in esame un modello che propone strategie comunicative, che ha il nome di Programmazione Neuro-Linguistica (PNL). Il motivo del mio interessamento nasce dal fatto che questa nuova neuro-scienza pone al centro del suo studio il comportamento dell’individuo, non limitandosi alla sua descrizione e attenta analisi, ma proponendo reali possibilità di cambiamento e miglioramento.
L’individuo è un animale sociale che intesse continuamente relazioni con ciò che lo circonda. Qualsiasi sua forma di espressione è comunicazione che si carica di numerose valenze. Un atto comunicativo, i cui elementi fondamentali sono la presenza di un emittente, di un ricevente o destinatario, e di un codice che influenza la comprensione del messaggio veicolato, è costituito dal 7% di parole, il 38% di tonalità, il 55% di aspetto fisiologico.
Quindi la parte di maggior rilevanza in una qualsiasi forma di comunicazione è costituita dal linguaggio non verbale o analogico: i movimenti del corpo, la postura, la mimica facciale, la tonalità della voce, l’arrossire del volto. Questi aspetti sono di forte interesse per la PNL, che cerca di individuarne l’efficacia mettendo in luce il legame irriducibile che esiste tra ogni gesto comunicativo e il funzionamento neurologico.
Un buon comunicatore è colui che riesce a far coincidere le intenzioni comunicative con il proprio atteggiamento, che è in grado non solo di esprimersi con efficacia ma anche abile nell’ascolto. Il saper ascoltare è dote indispensabile affinché vi sia congrua comprensione e interazione armoniosa tra le parti interessate.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna trasporsi nell’altro, capire le sue parole, le differenze tonali che usa, i gesti che privilegia, prestare attenzione alla postura, alle sue pause, dare valore ai suoi silenzi e non solo al messaggio che elabora ed espone.
Questo modello di studio e interpretazione del comportamento degli individui e della struttura dell’esperienza soggettiva, viene applicato in tutti gli ambiti in cui la comunicazione ha un ruolo cruciale: management e comunicazione, settore vendite, politica, psicoterapia, sport e massime prestazioni, cambiamento personale, gestione del benessere e della salute.
La Programmazione Neuro Linguistica sta prendendo piede, però, anche nei settori della formazione e della pedagogia, raggiungendo le scuole, i centri didattici e di formazione. Quest’ultima e attualissima applicazione ha catturato il mio interesse.
I protagonisti della mia ricerca sono stati, quindi, i bambini, piccoli uomini, custodi e depositari dell’avvenire delle nostre società, oggetti e soggetti di molteplici studi e investigazioni.
Il maggior interesse della PNL è il cambiamento e la ri-programmazione avendo come destinatari un pubblico adulto.
Se le stesse tecniche avessero come fine non il cambiamento ma la formazione e si rivolgessero a dei bambini e al loro universo infantile, cosa avverrebbe?
La risposta a questo interrogativo sarà uno degli intenti della mia tesi, e il suo svolgimento, uno strumento per analizzare l’efficacia della Programmazione Neuro Linguistica e per scoprirne le applicazioni future più interessanti e utili.

 

 

 

Seminario sulle applicazioni terapeutiche della PNL

STAGE CLINICO IN PNL

 

Lo stage, partendo dallo studio della “mappa” del paziente, intende formare competenze specifiche di ideazione, progettazione e gestione di un intervento terapeutico breve. A tale proposito vengono richieste conoscenze ed esperienze specifiche, precisate in seguito.

Una novità è rappresentata dal lavoro su casi concreti, persone invitate e disponibili a sottoporsi a sedute, durante i quali i partecipanti allo stage potranno, confrontandosi, mettere in pratica le tecniche apprese.

Il programma parte riprendendo concetti di Programmazione Neuro Linguistica contenuti nel Practitioner e nel Master, prosegue approfondendo ed ampliando l’utilizzo di alcune tecniche e finendo per presentare e sviluppare nuovi approcci terapeutici di estrema efficacia e rapidità.

Lo stage è rivolto a persone, operatori e professionisti che operano già in ambito clinico (helper) e mira a fornire ulteriori competenze professionali, specialistiche e distintive nel campo clinico in un’ottica di cambiamento rapido.

 

 

 

 

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PNL – Programmazione Neuro Linguistica: Il Modello

La Programmazione Neuro Linguistica (PNL)

Il Modello

Prima di parlare di PNL, sarà opportuno dire che cosa intendiamo per modello.

Un modello è uno schema teorico elaborato per rappresentare gli elementi fondamentali di uno o più fenomeni e per spiegare come tali eventi accadano. Ogni scienza o disciplina, quindi, tenderà a costruire un modello relativo al proprio campo di indagine specifico, continuando a modificarlo e perfezionarlo nel tempo, oppure a sostituirlo qualora non risultasse più funzionale. In tal senso un modello non è ne vero ne falso, in quanto non tende a scoprire la verità delle cose ma come funzionano ed interagiscono fra di loro. In psicologia un modello è da considerarsi lo schema teorico di un fenomeno le cui leggi e regole devono coincidere con quelle desunte dall’esperienza e/o dall’osservazione.

La PNL

Sono molte le definizioni che possiamo trovare sulla PNL, la maggior parte delle quali giuste, anche se, forse, danno una descrizione parziale di tale disciplina. A nostro avviso la PNL é un modello di quella parte di realtà costituita dal comportamento, dal pensiero e dalla comunicazione umana; é lo studio degli schemi percettivi, mentali e comportamentali che influenzano e rendono possibile la nostra esperienza. In altre parole la PNL, studiando i modelli sui quali le persone appoggiano le loro azioni e i loro comportamenti intende conoscerne il funzionamento e fornire quindi strumenti per intervenire su tali processi. L’obiettivo principale è quello di selezionare i modelli più funzionali con lo scopo di sostituirli a quelli non funzionali. In tale senso non propone soltanto un struttura teorica , bensì offre strumenti per acquisire risorse individuali, osservabili, verificabili e riproducibili nella pratica.

La PNL é il risultato dello studio di un matematico, Richard Bandler, e di un linguistica, John Grinder. Il loro lavoro é frutto di anni di ricerche orientate a scoprire attraverso un’attenta analisi, quale fosse quel quid che permetteva a psicoterapeutici di orientamento teorico diverso (ad esempio Fritz Perls, Milton Erickson, Virginia Satir) di avere una costanza di risultati positivi talmente rilevante.

Presupposti

    1. Qualsiasi cosa accada in una parte del sistema cibernetico qual é l’essere umano, questa influenzerà necessariamente tutte le altre parti del sistema
    1. Ogni comportamento é comunicazione
    1. Ogni comportamento (verbale, paraverbale, non verbale) implica una trasformazione dei processi neurali interni e pertanto fornisce informazioni su questi processi
    1. Ogni comportamento ha contenuto o contiene un’intenzione positiva per il soggetto, poiché fornisce la migliore risposta possibile nel contesto in cui si é manifestato o si manifesta
    1. La mappa non é il territorio(la mappa della città non é la città)
    1. La PNL é lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva
    1. Le rappresentazioni sensoriali sono le basi del linguaggio dell’esperienza soggettiva
    1. L’eccellenza é limitata soltanto dalla nostra percezione di ciò che é possibile. La PNL estende i limiti di ciò che é possibile
    1. Il buon comunicatore é responsabile al 100% dei risultati che ottiene
    1. Le esperienze interne hanno la stessa validità delle esperienze del mondo esterno (entro certi limiti)

 … continua …

 

© La PNL – Andrea Castello – Irene Borgia