Stile repressore e benessere: La struttura del benessere soggettivo

La struttura del benessere soggettivo

 

Tutti noi valutiamo quello che accade nella nostra vita in termini di favorevolezza/sfavorevolezza e siamo capaci di costruire giudizi sulla nostra vita.

Il benessere soggettivo si riferisce al modo in cui le persone valutano la propria vita.

Nella letteratura sono distinte tre componenti del benessere:

    1. la soddisfazione per la vita,
    1. l’affetto piacevole
    1. l’affetto spiacevole (Andrews & Robinson, 1991; Argyle, 1987; Diener, 1984, 1994).

La soddisfazione della vita riguarda un processo cognitivo di valutazione delle proprie circostanze di vita, in riferimento a particolari standard personali come le aspettative o gli ideali (Cantril, 1965).

La componente affettiva indica le emozioni che le persone provano durante la loro vita quotidiana (Diener & Larsen, 1993; Bradburn, 1969).

L’affetto positivo corrisponde a stati affettivi piacevoli come la felicità, l’entusiasmo mentre, l’affetto negativo corrisponde ad affetti spiacevoli come la rabbia o l’insoddisfazione; entrambi i concetti sono ritenuti distinti e influenzati da variabili differenti.

Per esempio la teoria di Bradburn (1969) afferma che il benessere soggettivo è costituito dalla prevalenza di affetto positivo rispetto a quello negativo.

Il benessere è distinto concettualmente sia dall’umore transitorio, sia dall’affettività intesa come tratto di personalità durevole (Costa & McCrae, 1980; Watson & Tellegen, 1985), collocandosi in una posizione intermedia; lo si potrebbe concepire come il livello medio di affettività sulla dimensione di piacevolezza/spiacevolezza, nell’arco di un periodo di tempo abbastanza lungo e attraverso varie situazioni (Diener & Larsen, 1993).

In questo senso, un soggetto avrà un benessere soggettivo elevato se proverà gioie e soddisfazioni frequenti e, solo di rado, emozioni negative come la tristezza. Un basso livello di soddisfazione, con poche emozioni piacevoli e molte emozioni spiacevoli è ritenuto essere un indicatore di basso benessere soggettivo.

Ognuna delle tre principali componenti del benessere può essere scomposta in altri aspetti più specifici e valutabili separatamente.

Ad esempio la soddisfazione della vita può essere divisa in soddisfazione per vari ambiti come il tempo libero, le amicizie o il matrimonio.

L’affetto piacevole può essere suddiviso in emozioni distinte (gioia, orgoglio, ecc.), così come l’affetto negativo (tristezza, vergogna, ecc.).

Gli studiosi cercano soprattutto di capire qual è l’origine dei sentimenti di benessere e i fattori responsabili della loro stabilità o del cambiamento nel tempo. Vengono considerate variabili socio-demografiche, variabili relative a condizioni di vita “oggettive”, variabili di personalità, il ruolo del temperamento, l’influenza dei processi psicosociali, della cultura, dei valori personali, delle relazioni interpersonali e del sostegno sociale. Ciò che manca è però una teoria unica che coinvolga tutte queste variabili.

© Stile repressore e benessere – Margherita Monti