LA SCALA DI MASLACH

Esempio di approccio quantitativo: La scala di Maslach[1]

La scala Maslach

La scala Maslach e il burnout Foto di Gerd Altmann da Pixabay

In questa sede si intende misurare il burnout, argomento già trattato nel Cap. 2.6.1, attraverso l’utilizzo della Scala di Maslach.

Esistono diverse scale di misurazione del burnout. Qui, in particolare, si sottopone un questionario ad un campione rappresentativo di 10 persone (10% circa del numero complessivo) di età compresa tra i 35 e i 65 anni (età media = 47). Essi sono impiegati con vari ruoli – dipendenti e liberi professionisti – all’interno di una organizzazione che si occupa di vendita di prodotti assicurativi sul territorio del Comune di Bologna.

Scopo del presente questionario è lo studio del clima organizzativo di un’impresa. In particolare del modo in cui le persone che vi operano percepiscono le loro condizioni di lavoro. Ciò al fine di mettere in luce le criticità relazionali vissute dal singolo lavoratore, e come queste si ripercuotono sul risultato aziendale e sugli aspetti della vita personale del singolo.

La rilevazione viene effettuata utilizzando l‘MBI (Maslach Burnout Inventory) o Scala di Maslach, un questionario che è stato sviluppato nel 1981 da Christina Maslach insieme alla sua collega Susan Jackson.

E’ un questionario multidimensionale che affronta tre diversi campi della professionalità:
  • Esaurimento Emotivo (EE), ovvero la sensazione di essere inaridito emotivamente ed esaurito dal proprio lavoro.
  • Depersonalizzazione (DP), intesa come distacco e indifferenza nei confronti dell‘oggetto lavorativo.
  • Realizzazione Personale (RP), cioè la valutazione della sensazione relativa alla propria competenza e al proprio desiderio di successo nel lavorare con gli altri.

Originariamente il questionario era rivolto alle professioni di aiuto, ovvero quelle mansioni che contemplano una notevole interazione emotiva tra l’operatore e l’utente (psicologi, operatori sociali e del volontariato, insegnanti, medici, ecc.). Nel tempo il suo utilizzo si è ampliato verso tutte quelle professioni che richiedono un costante contatto con il pubblico o con persone in stato di bisogno[1].

Per poter verificare le correlazioni tra le caratteristiche personali e quelle lavorative del campione si è reso necessario reperire le seguenti informazioni: anzianità di servizio, ambito di lavoro, titolo di studio, età, sesso.

Il questionario è completamente anonimo. Ciò che interessa è l’opinione generale dell’insieme degli operatori e non quella del singolo individuo.

Per ogni frase sono previste sei modalità di risposta; ad ognuna di esse il soggetto deve rispondere con un valore da 0 a 6 che indica la intensità e la frequenza con cui si verificano le sensazioni. Deve inoltre considerare se l’affermazione si adatta o meno alla situazione lavorativa. Si risponde apponendo il numero a fianco di ciascuna frase.

 

© Chiedimi se sono felice:Analisi del Clima Organizzativo e del suo effetto sulle risorse umane – Dott.ssa Sonia Barbieri

 

[1]  BOCCADORO L., CARULLI S., Il posto dell’amore negato, Edizioni Tecnoprint, Ancona, 2008.