Il Mobbing: il punto di vista dello psicologo

Il Mobbing: il punto di vista dello psicologo

Il centro antimobbing con sede a Venezia Mestre, nasce dall’intento da parte dell’organizzazione sindacale CGIL di dare voce e ascolto a coloro che subiscono regolarmente atti vessatori sul posto di lavoro e che si ritrovano pertanto in  uno stato di malessere psicofisico  inaffrontabile che richiede necessariamente un intervento. Come sottolineato da De Felice, responsabile del centro di ascolto e di intervento da Maggio 2006, “lo scopo è di dare degli occhiali per vedere cosa accade veramente, perché non c’è ancora piena consapevolezza dei danni che il mobbing può causare al lavoratore”.

Risultano esplicative le parole riportate sul sito del servizio offerto dal sindacato di Venezia Mestre :

“Il mobbing, pur manifestandosi nell’ambito delle relazioni tra individui, nasce e si sviluppa soprattutto in quegli ambienti lavorativi che sono caratterizzati da “malessere organizzativo”. La sua prevenzione pertanto, non può che essere impostata sulla ricerche di politiche organizzative che, riaffermando la centralità della persona nel processo produttivo, puntino alla creazione di condizioni di effettivo ‘benessere organizzativo’”.

Il dott. De Felice, personalmente interessato a tematiche quali il benessere e il disagio lavorativo, da diversi anni collabora con CGIL al fine di promuovere interventi atti a prevenire e limitare i danni provocati dal mobbing.

Proprio in una prospettiva di benessere organizzativo incentrato sulla persona, il centro antimobbing di Venezia Mestre si ripropone tramite il servizio offerto di sostenere la persona durante tutto il  processo vessatorio subito sul posto di lavoro.

Lo sportello è il punto di partenza per la risoluzione dei problemi legati al disagio lavorativo; con esso collaborano lo studio legale e quello medico, in modo tale da fornire un pieno sostegno alle persona disagiata.

I comportamenti prevaricatori di colleghi e superiori, principali attori sociali di questo fenomeno complesso, compromettono la salute psicofisica del vessato, riducendolo ad uno stato che in alcuni casi può portare anche a conseguenze gravi come il dover dare forzatamente le dimissioni o iniziare ad assumere psicofarmaci.

De Felice evidenzia come siano necessari corsi di formazione e iniziative conoscitive riguardo il fenomeno del mobbing all’interno delle aziende e in generale nel mondo del lavoro, poiché un intervento preventivo può diminuire la possibilità che atti vessatori si compiano nell’ambiente lavorativo.

Imparare a riconoscerne i sintomi e le cause può giovare al lavoratore quanto all’organizzazione stessa; infatti, i danni alla persona sono diretta conseguenza della sottovalutazione di tale fenomeno.

Fra le iniziative proposte da De Felice e dalla CGIL di Venezia Mestre, vi è quella di confrontarsi con alcuni magistrati al fine di conoscerne i diversi punti di vista, poiché la magistratura può giocare un ruolo fondamentale nel ridimensionamento del mobbing, attualmente non classificato dal codice penale italiano come reato.

Infatti, chi subisce vessazioni sul luogo di lavoro, può soltanto intraprendere una causa civile e chiedere il risarcimento del danno.

 

 

 

“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia –  © Maurizio Casanova