Fritz Perls e la terapia della Gestalt

I padri fondatori del counseling: Fritz Perls e la terapia della Gestalt

“ Il terapeuta è simile a ciò che il chimico chiama un catalizzatore, cioè l’elemento che fa precipitare una reazione, la quale altrimenti avrebbe potuto non verificarsi. Non è questo elemento a stabilire il tipo di reazione, dato che essa dipende dalle proprietà reattive intrinseche dei materiali presenti; e non viene neppure a far parte del composto di cui favorisce la formazione. Il suo compito si limita a far iniziare il processo, dal momento che ci sono processi, che, una volta iniziati, sono autosufficienti e autocatalitici. A nostro avviso, la terapia è uno di questi processi, in quanto una volta che il medico lo abbia messo in moto, il paziente lo porta avanti da sé.

(La terapia della Gestalt, 1951)

La metodologia utilizzata nel Gestalt Counseling è ispirata alla Terapia della Gestalt concepita da Fritz Perls e sviluppata da molti altri studiosi, fra cui in particolare Isha Bloomberg, che fortemente ha influenzato la filosofia e la crescita del nostro Istituto.

Il Gestalt Counseling si basa sul presupposto che l’individuo e il suo ambiente rappresentano un campo indivisibile e qualsiasi stato di sofferenza nasce dalla confusione e dal cattivo funzionamento al confine di contatto fra essi.

Il fuoco dell’intervento di Gestalt Counseling è dunque la modalità specifica di interazione fra l’individuo e “gli altri” dell’ ambiente di vita, e i suoi obiettivi sono la presa di consapevolezza delle interruzioni difensive del contatto e lo sviluppo di nuove strategie e competenze in grado di sostenere lo scambio positivo di informazioni ed energia.

La comunicazione interpersonale è un flusso continuo e inarrestabile di informazioni che influenzano e sono influenzate da qualsiasi stato di sofferenza/stallo o di eccitazione/cambiamento tra gli individui in relazione. La struttura sistemica e la dinamica del processo di contatto sono peraltro molto più importanti dei contenuti della comunicazione, ossia il “come” è prioritario rispetto al “cosa” e perfino rispetto al “perché”.

L’intervento è sul qui e ora della persona piuttosto che nel racconto della sua storia; essa è utile perché ci dà informazioni su tutti quegli eventi che continuano ad essere importanti e non conclusi per la persona, ma è in ciò che succede nella relazione attuale tra l’individuo e il suo ambiente che abbiamo gli elementi vivi che possono sostenere la trasformazione e la crescita.

Poiché inoltre qualsiasi vissuto psicologico è in relazione con i processi corporei (la respirazione, le tensioni croniche, il modo di muoversi, la relazione col cibo) il Gestalt Counseling dedica ad essi la massima attenzione, intendendoli sia come elementi di comunicazione non verbale che come strumenti di consapevolezza.

Sono perciò state sviluppate particolari tecniche di sperimentazione esperienziale nel contesto sostenente del gruppo di formazione che, a partire dalla consapevolezza sensoriale ed emotiva, aiutano la persona ad alienarsi qui ed ora dalle soluzioni relazionali inefficaci per identificarsi creativamente nell’intuizione della soluzione emergente e poi estenderla al proprio ambiente di vita. Il

 

Ciclo della Gestalt è così suddiviso:

1° fase: Pre­Contatto: è in questa fase che si percepiscono i bisogni e si cominciano ad articolare i desideri.

2° fase: Contatto: in questa fase il soggetto mette e a fuoco e simbolizza con maggiore chiarezza il proprio bisogno e si prepara ad affrontare l’ambiente in seguito ad una decisione responsabile.

3° fase: Contatto pieno: in questa fase l’azione del soggetto è unificata nel Qui ed Ora; esiste coesione tra percezione, emozione e movimento.

4° fase: Post­contatto: è la fase di assimilazione che promuove la crescita. L’individuo integra l’esperienza in tutto il pregresso bagaglio della persona.

© “Il Counseling ed il bilancio di competenze in azienda. Ipotesi di una sinergia professionale orientata alla persona e al business” – Dott.ssa Camilla Girelli