Viktor Emil Frankl e la Logoterapia

Viktor Emil Frankl e la Logoterapia

“Che cos’è, dunque, l’uomo? Noi l’abbiamo conosciuto come forse nessun’altra generazione precedente; l’abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l’uomo può “avere”, ma ciò che l’uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l’uomo nella sua essenza, consumato dal dolore e purificato dalla sofferenza. Cos’è, dunque, l’uomo? domandiamocelo ancora. È un essere che decide sempre ciò che è ”.

(Frankl Homo patiens. Soffrire con dignità, 2007).

Viktor Frankl è stato un neurologo e psichiatra austriaco, fondatore della logoterapia che è una forma di “analisi esistenziale”.

L’uomo, secondo Frankl, è un essere che decide e continuerà sempre a decidere ciò che è e ciò che sarà nel prossimo istante.

 

Ne segue che, se si vuole comprendere l’interezza del suo essere, non va considerato da un solo punto di vista, ma occorre sviluppare una visione antropologica che abbracci tutte le dimensioni dell’esistenza umana. L’individuo, infatti, si caratterizza per la sua singolarità, irripetibilità e finitezza e, a differenza di quanto affermato da altre scuole di pensiero, per il suo essere una totalità psico-fisico-spirituale, che non concepisce separazioni d’alcun genere.

L’originalità di Frankl sta proprio nella definizione della persona come unità nonostante la molteplicità delle sue dimensioni e nell’introduzione nella riflessione psicologica della dimensione noetica o spirituale che fa scoprire la totalità della persona sulla base delle sue relazioni, dei suoi aspetti costitutivi, delle sue espressioni, cogliendo, accanto a ciò che la condiziona, soprattutto la capacità umana di prendere posizione di fronte a qualsiasi fattore biologico, psichico o sociale.

L’unicità, la diversità di ogni essere umano rispetto agli altri, la sua «spiritualità», rappresentano la vera radice sia della libertà, che permette all’individuo di rifiutare il dominio delle forze esterne o interne, e sia della responsabilità, grazie alla quale tende verso qualcosa di altro da sé, ovvero significati da realizzare o altri esseri umani da incontrare.

Alla luce della considerazione dell’uomo come eterna e inesauribile miniera di possibilità che non si risolve mai nella sua attualità, trova piena giustificazione e comprensione il costrutto della volontà di significato, da cui traggono forza la lotta per l’esistenza e la sfida a salvare per sempre nel passato quanto viene scelto con quotidiana consapevolezza e responsabilità.

In tal modo il riscatto dalla precarietà della transitorietà del tempo aiuta ad individuare i compiti che la vita pone e a realizzarli con tenacia e a fronte alta.

Aver predetto l’avvento e la diffusione della nevrosi di massa degli anni ’70 già negli anni ’50 e, ancor prima di ciò, averne fornito la terapia negli anni ’30 costituisce il carattere «profetico» dell’intuizione frankliana e il segreto ultimo della sua generatività.

Il fondatore della logoterapia amava, infatti, ripetere che “ ogni epoca ha la sua nevrosi e ogni epoca richiede di una sua psicoterapia” (Frankl, 1992, p.9), ma la portata della sua analisi esistenziale si estende ben oltre i confini cronologici del tempo in cui è stata concepita, poiché, al di là delle emergenze contingenti cui intende rispondere, essa riesce a cogliere e tematizzare qualcosa di caratterizzante e di costitutivo della natura umana e della sua stessa esistenza nel mondo, e tocca da vicino lo psicologo, l’operatore sociale, l’insegnante, l’educatore, il medico.

Del resto, i temi della logoterapia sono in netta corrispondenza con le problematiche esistenziali dell’uomo d’oggi: basti pensare alle varie forme di disagio che danno origine a fenomeni di dipendenza, di aggressività, di suicidio, e che invocano interventi educativi e sociali ad ampio spettro, oppure all’emergente esigenza di umanizzazione del rapporto terapeutico, oltre che di quello medico, così da porre in primo piano la significatività unica e originale di ogni singola persona, al di là di tendenze riduzioniste e massificanti a livello sociale, culturale, economico, politico, oppure ancora alla valorizzazione della fondamentale capacità che ciascuno possiede di autotrascendersi e di autodistanziarsi, che si traduce anche in originali tecniche per la cura sia di disturbi sessuali che di stati fobici, ossessivi, compulsivi.

© “Il Counseling ed il bilancio di competenze in azienda. Ipotesi di una sinergia professionale orientata alla persona e al business” – Dott.ssa Camilla Girelli