Stress e mobbing: come colpire la vittima

Stress e mobbing: come colpire la vittima

Come descritto nel capitolo introduttivo al fenomeno, il mobbing trova le sue origini nell’interazione tra abuso di potere e manipolazione perversa esercitata dai colleghi o dai superiori.

Questi attori attuano il compito di plagiare le persone più deboli, chi si oppone a tale violenza assume il ruolo di capro espiatorio, determinando inconsapevolmente l’accanimento da parte dei mobber.

Tali fenomeni si verificano, più probabilmente, quando l’azienda finge di non vederli, o addirittura, li incoraggi. In molti casi la vittima è consapevole di subire mobbing e proprio questo le provoca un forte distress.

A volte attribuisce a sé la causa del mobbing, altre volte è convinta di non avere colpa, ma tuttavia, non sa come affrontare la situazione, reagendo per lo più con scarsa fiducia in sé, incertezza e paura.

Una volta che la persona si rende conto di essere vittima di azioni vessatorie non sa come comportarsi, a questo punto la persona sentirà di aver esaurito tutte le risorsedisponibili per fronteggiare gli attacchi dei mobber.

L’evoluzione della situazione dipenderà molto dalle caratteristiche personali e dal sostegno su cui la persona può contare.

Spesso la vittima viene costretta a svolgere lavori che la umiliano perché eccessivamente elementari (dequalificanti) o, viceversa, eccessivamente complicati per la sua preparazione.

La vittima del mobbing che si trova in questa situazione, soffre di distress connesso al conflitto di ruolo, il quale si verifica quando le richieste rivolte alla persona sono inconciliabili con le norme che definiscono il ruolo stesso.

Il mobbizzato è psicologicamente vulnerabile e per  questo comincia a rispondere con reazioni psichiche, emotive e comportamentali spesso inadeguate ad affrontare la situazione, proprio quando invece sarebbe necessario fosse consapevole della situazione che sta subendo e vi reagisse con modalità adeguate (Favretto, 2005).

 

 

 

 

 

“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia –  © Maurizio Casanova