Riconoscere la menzogna tramite la comunicazione non verbale

Riconoscere ed interpretare la menzogna tramite la comunicazione non verbale

 

La menzogna è spesso definita come una dichiarazione contraria a ciò che viene fatto, sentito, visto, è una sorta di alterazione del vero. Secondo gli studi sul linguaggio del corpo, l’analisi attenta della comunicazione non verbale permette di discriminare se il nostro interlocutore dice la verità oppure mente. Tutti noi durante la giornata mentiamo più volte, sia agli altri che a noi stessi. La menzogna ha principalmente due ruoli, può essere utilizzata per ingannare l’altro, danneggiarlo, oppure può essere utilizzata per salvaguardare la propria autostima (affermo il falso perché la verità sarebbe troppo dolorosa). Molto spesso le persone non affermano ciò che realmente credono per proiettare una immagine positiva di sé.
Secondo alcune ricerche, chi mente è molto attento a costruire la bugia nei suoi contenuti verbali. L’impegno cognitivo è notevole, chi mente è molto attento a costruire una storia, a renderla credibile, a memorizzarla per poter essere congruente in momenti successivi. Per questo motivo, tralascia tutta una serie di aspetti legati alla comunicazione non verbale, che possono mostrarci un’incongruenza.
Chi ha una preparazione avanzata nell’analisi del linguaggio del corpo, può raccogliere indizi di falso tramite una serie di segnali, statisticamente associati alla menzogna:

 

i segnali di tensione: sono segnali di scarico della tensione emotiva, si manifestano quando la persona sta parlando di un argomento ansiogeno, oppure quando mente.
segnali di asincronia: sono segnali in cui la gestualità segue un ritmo diverso da quello delle parole. Sono segnali di carico cognitivo molto comuni in chi mente.
i segnali di incongruenza: sono segnali del corpo incongruenti al contenuto verbale espresso dal nostro interlocutore. E’ possibile identificarle in maniera attendibile solamente con strumenti di osservazione standardizzati come il Facial Action Coding System.
forme lessicali involute: sono forme linguistiche statisticamente associate alla menzogna.
Quando una persona mente, è molto attiva dal punto di vista cognitivo, ma anche dal punto di vista emotivo, in quanto entra in gioco la paura di essere scoperti e/o il senso di colpa.
Questo è manifestato dal linguaggio del corpo, pallore, rossore, dilatazione pupillare, segnali di autocontatto come grattamenti, la copertura della bocca, aumento dei segregati verbali sono solo alcuni dei segnali di tensione che il corpo lascia trasparire. Un aumento di questi segnali in una conversazione sono un elemento che merita di essere approfondito. Perché la persona, nei confronti di un certo argomento di conversazione, mostra segnali di tensione?
Una seconda grande categoria di segnali di menzogna sono i segnali di incongruenza,  questi segnali si verificano ogni qual volta il significato delle parole e il linguaggio del corpo hanno significati opposti.
Vediamo alcuni esempi di incongruenza, se una persona afferma “mi dispiace”, ma c’è una contrazione dello zigomatico maggiore (nella tecnica F.A.C.S. Unità d’Azione 12), abbiamo un segnale di incongruenza.
Le parole affermano dispiacere, ma il volto ha delle contrazioni muscolari associate alla felicità.

 

Se una persona afferma “sono certo che questo metodo funzionerà”, ma contrae il mento e il depressore del labbro (nella tecnica F.A.C.S, Unità d’Azione 15+17), ci sta mostrando un segnale di incongruenza: le sue parole esprimono una certezza, il suo volto esprime perplessità.
Il timing è un aspetto legato al tempo che le persone impiegano nel comunicare.
Tendenzialmente quando una persona mente,impiega più tempo a rispondere alle domande, in quanto deve costruire una risposta dal nulla, processo cognitivo più impegnativo dell’accesso alla memoria a lungo termine. Inoltre, gli errori di timing sono indizi di falso quando la gestualità che normalmente accompagna le parole perde il sincrono e va fuori tempo rispetto alle parole.
 Le forme lessicali involute sono forme linguistiche statisticamente associate alla dichiarazione di falso: esempi di forme lessicali involute sono l’aumento della formalità, le barriere verbali e tutti quegli espedienti verbali che consentono a chi mente di occupare il suo turno di conversazione con informazioni inutili o prive di contenuto.
Tutto ciò che proviene dai messaggi del corpo può solamente farci sospettare che il nostro interlocutore menta, il professionista che ha una preparazione specifica nelle tecniche di codifica e decodifica del linguaggio del corpo può usarle come base per formulare domande di approfondimento di ciò che il nostro interlocutore afferma.