Le cinque dimensioni del DME

Le cinque dimensioni del DME

Apertura al cambiamento

E’ un aspetto fondamentale dell’employability disposizionale poiché le nuove esperienze supportano il continuo apprendimento promuovendo l’identificazione e la realizzazione di obiettivi in condizioni di incertezza. Gli individui con maggiore apertura sono più ricettivi di fronte all’innnovazione tecnologica, la loro apertura li rende maggiormente adattabili alle domande dell’odierno mercato del lavoro risultando così maggiormente employable.

Work and career resilience (Resistenza)

Coloro i quali hanno migliore self-evalutation attribuiscono valore ai propri successi a partire dalla valutazione delle proprie abilità e degli sforzi mentre tendono a sottovalutare i propri insuccessi non attribuendoli a responsabilità personali. Gli individui resilienti sono spesso  più ottimisti, hanno maggiori capacità di affrontare gli eventi futuri e i cambiamenti affettivi. Essi vivono i cambiamenti organizzativi come nuove possibilità di apprendere e perseguono obiettivi e risultati (Carver & Scheier, 1994).

Work and career proactivity

Tale dimensione è legata alla proattività dell’individuo intesa come la capacità di essere maggiormente predisposti all’attivazione nei confronti del lavoro in genere, gli individui proattivi hanno maggiori possibilità di accedere alle informazioni relative al loro sviluppo di carriera. La Work and Career Proactivity è molto simile al coping proattivo.

Career motivation:

Questa dimensione è legata all’apprendimento continuo da parte dell’individuo. La career motivation si fonda su due aspetti importanti : A) il controllo motivazionale (Kanfer e Heggestad, 1997) B) l’apprendimento e l’orientamento rispetto agli obiettivi (Dweck e Leggett, 1988).

A) un alto controllo motivazionale aumenta il livello di motivazione stessa, tutela dai periodi di frustrazione e predispone il soggetto a sopportare quegli sforzi finalizzati al cambiamento.

B) il learning orientato in prospetiva futura aiuta il lavoratore nella progettazione dei suoi obiettivi, nell’apprendimento e nelle opportuntà di training personale (Cron, Slocum, Vandewalle, e Fu, 2005).

Identità di carriera:

Dal 2004 Fugate e Kinicki  inserirono la work identity come una delle tre dimensioni descrittive del costrutto employability. Avere un buon orientamento personale rispetto alla propria identità di carriera indirizza l’individuo verso obiettivi e aspirazioni più precise (Ashforth & Fugate, 2001).

Le identità di carriera dirigono, regolano e sostengono i comportamenti, non possederle significanon avere un progetto e una linea guida. Molti studi attribuiscono proactive personality (Seibert et al., 2001), personal initiative (Frese e Fay, 2001), e proactive behaviours (Crant, 2000) al costrutto employability.

 

Lavoro flessibile e job insecurity: l’incertezza lavorativa avanza alla luce di un fenomeno eterogeneo – © Dr. Pierluigi Lido