La PNL e la Time-Line

 La PNL e la Time-Line

L’uso della Time-line (o TL) è un’applicazione piuttosto recente delle tecniche della PNL, che ci consente di conoscere meglio un soggetto e di intervenire in modo efficace sulla sua rappresentazione mentale della dimensione tempo.
Più precisamente, la linea del tempo (tradotto letteralmente) ci consente di lavorare sui ricordi passati e su come si pensa possano svolgersi gli eventi futuri. Molto spesso i ricordi non corrispondono a ciò che è realmente avvenuto nel nostro passato: in parte il tempo trascorso, in parte altri meccanismi, hanno alterato considerevolmente ciò che i sensi hanno registrato.
 Tutto questo, per il tecnico della PNL non costituisce un problema, egli non è un investigatore che indaga su fatti realmente avvenuti, non ha quindi motivo di chiedersi quali meccanismi abbiano provocato eventuali alterazioni dei ricordi. E’ importante ribadire che la PNL non si interessa alla realtà dei fatti, ma alla rappresentazione mentale che gli individui ne hanno, a prescindere dai motivi che l’hanno originata.
Tutto ciò, oltre che liberarci da inutili scrupoli legati all’attendibilità dei ricordi, ci permette anche di lavorare con il futuro sul quale ci possono essere solamente immagini mentali.
Gli utilizzi di questo procedimento sono molteplici: la linea del tempo può essere di aiuto al superamento di traumi passati o ansie future, e inoltre può facilitare la realizzazione degli obiettivi fornendo le risorse necessarie. Il modo di immaginare l’avvenire va ad influire su di esso, proprio come le considerazioni che facciamo sul nostro passato inevitabilmente condizionano il presente.
Le persone ambiziose hanno, spesso, una chance in più di arrivare al traguardo prefissato, poiché, ciò che precede il raggiungimento di un obiettivo, è spesso proprio la costruzione di un’immagine mentale che lo rappresenti.
Ciò che la PNL, e più specificatamente la Time Line, ci consente di fare, è mettere a fuoco il nostro modo di vedere il trascorrere dellavita, prenderne consapevolezza e intervenire su di essa al fine di vivere meglio i ricordi del passato e “mettere i mattoni” in modo opportuno per costruire il futuro desiderato.
Per poter lavorare sull’esperienza soggettiva di un individuo dobbiamo ricondurre qualsiasi ricordo, cognizione o aspettativa alle rispettive submodalità, in quanto è proprio con queste che il tecnico PNL lavora.
La Time Line utilizza quasi esclusivamente la modalità visiva e le sue innumerevoli submodalità; di conseguenza, chi ha una predisposizione naturale a visualizzare ne sarà facilitato.
Sarà capitato a tutti di ascoltare qualcuno che, con espressioni come: Ho lasciato il passato alle mie spalle, ha dichiarato di collocare nello spazio circostante (in questo caso dietro di sé) le immagini di alcuni eventi della propria vita. Altri dichiarano di vedere un futuro più roseo davanti a loro; anch’essi non fanno altro che collocare nello spazio qualcosa che non esiste in nessun altro posto che non sia la loro mente.
Questa capacità di tirare fuori la soggettività per tradurla in immagini, suoni, sensazioni e descriverne la collocazione, l’intensità o la qualità, è proprio quello che ci permette di lavorare con la PNL.
Quello che il tecnico dovrà fare, sarà aiutare il soggetto a individuare nello spazio a lui circostante la collocazione delle immagini (relative ai vari momenti della propria vita), fino a costruire una linea che unisca gli eventi presenti, passati, futuri. Su questa linea, ad esempio, troveremo le rappresentazioni legate al primo giorno di scuola, l’immagine del momento presente e quella relativa a un momento futuro (come ad esempio il giorno della pensione o la nascita del primo nipotino).
Questo compito sarà piuttosto difficile per l’operatore di PNL, che dovrà combattere contro la perplessità del suo interlocutore sottoposto ad un indagine tanto insolita; sarà inoltre impegnativa anche per il soggetto, che dovrà far ricorso alla sua capacità di visualizzare, di ricordare, di tradurre in immagini, suoni e sensazioni i suoi ricordi e le sue previsioni future.
L’individuo che ricostruisce la sua Time Line vive durante l’intero processo gli stati d’animo più diversi: in alcuni momenti potrà esserci paura, in altri fastidio, ma più spesso soddisfazione per essere riusciti a ordinare le idee in un modo così sistematico.
A causa della complessità di queste operazioni mentali, il tecnico dovrà essere dotato di molta pazienza, empatia, creatività e preparazione professionale per riuscire ad accompagnare il paziente o semplice interlocutore attraverso questa esperienza tanto insolita che sorprendente.
Il tecnico-programmatore dovrà avvalersi di uno schema di riferimento caratterizzato da tappe; dovrà essere dotato inoltre, dell’esperienza sufficiente per sapersi destreggiare con gli imprevisti che si verificano inevitabilmente, quando si lavora con la mente delle persone.
Se il procedimento che tra poco andremo a spiegare sarà eseguito in modo adeguato, si otterrà un eccezionale strumento di lavoro che permetterà il raggiungimento di molti obiettivi. Il procedimento da utilizzare è composto da tre tappe.
La prima tappa ha come punto di arrivo l’instaurazione del rapporto empatico positivo (rapport) tra il tecnico-terapeuta e il soggetto-paziente.
Lavorando con la time-line questo aspetto assume particolare importanza, in quanto il lavoro sarà piuttosto faticoso e necessiterà quindi di forte motivazione e spirito di collaborazione.
In questa fase oltre ad instaurare un rapport, l’operatore spigherà lo scopo del procedimento che si sta per intraprendere e avviserà l’interlocutore dell’impiego che sarà necessario per raggiungere un buon risultato. Una modalità valida potrebbe essere quella di presentare il tutto come un gioco stimolante e divertente, che potrà aiutare la persona a conoscere meglio se stessa e a raggiunger obiettivi importanti.
La seconda tappa corrisponde, una volta instaurato un rapport, a far prendere consapevolezza al paziente del fatto che egli ha già, nella sua mente, una time-line e quello che dovrà fare sarà unicamente riuscire a prenderne coscienza e a verbalizzarla; questi dovrà rendersi conto che, quando pensa al suo futuro o al suo passato, è in grado di collocarli nello spazio a lui circostante definendone la direzione e la distanza.
Per far entrare il soggetto nell’ottica giusta, sarà importante fargli notare, che è normale collocare gli eventi temporali nello spazio a noi circostante. Per fare questo, il metodo migliora sarà ricordargli come le persone esprimono questo stato di cose tramite la metafore presentate precedentemente.
A questo punto la domanda che dovrà fare il tecnico sarà quella di farsi indicare con il dito dove si trova il passato e dove il futuro.
È importante porre la richiesta in questi termini al fine di superare le barriere razionali (che interverrebbero inevitabilmente se venisse chiesto al soggetto di dirci dove si trovano passato e futuro. La riposta in questo caso non sarebbe spontanea, ma ragionata e ciò comporterebbe la veridicità).
Per raccogliere più informazioni, verrà chiesto dove si trova l’immagine del momento della nascita e lo stesso deve essere fatto con l’immagine relativa al momento presente e a quello della morte. Grazie a questo verranno fissati tre punti importanti sulla linea che chiameremo P quello relativo al presente, N quello riferito alla nascita e M quello che indica la morte.
Con questa serie di operazioni verranno fissati gli estremi della linea del tempo e verrà indicato a quale distanza dalla testa l’individuo colloca il punto che corrisponde al presente.
Anche se la linea non è una retta precisa e in realtà non lo è quasi mai, unendo i punti individuati, si otterrà già un’idea, anche se approssimativa, di come è costruita la Time Line. Questa tappa è di particolare importanza poiché, oltre ad essere fondamentale per il lavoro successivo, consentirà al tecnico di individuare alcune caratteristiche specifiche della persona, che potranno poi essere utilizzate per modificarne il modo di percepire il tempo.
Nella terza tappa il paziente verrà invitato a pensare ad alcuni eventi significativi del proprio passato e a collocarne le immagini, i suoni o le sensazioni sulla linea del tempo.
È bene chiarire che, collocare un evento sulla TL è un’imprecisione, in quanto è possibile che si percepiscano alcuni episodi della vita come spostati (rispetto alla traiettoria della linea che aveva costruito unendo solo i punti N, P e M).
In questa eventualità, è bene sottolineare che in realtà è la linea che si deve adattare alle immagini corrispondenti agli episodi e non viceversa. Sarà inoltre opportuno inserire sulla TL anche gli eventi meno gradevoli o addirittura traumatici; in corrispondenza di questi, infatti, si trovano spesso delle variazioni nella forma, nella direzione, nella curvilineità, nel colore e nello spessore. È bene notare che alcune persone immaginando la propria time-line, non hanno l’immagine di una semplice linea scura, ma possono visualizzare un tunnel, un sentiero con diverse caratteristiche cromatiche e dimensionali.
Sta al terapeuta cercare di invitare l’interlocutore ad arricchire di particolari la Time Line, per renderla più personale e rappresentativa.
Le tappe successive, perciò si differenziano a seconda del tipo di lavoro che sarà necessario per venire incontro alle esigenze di ogni soggetto.
Dalla descrizione di centinaia di TL, sono emerse due tipologie di linee molto frequenti, le quali si differenziano per una caratteristica precisa. La loro collocazione rispetto alla testa del soggetto.
Alcune persone, collocano la propria immagine del presente in corrispondenza della testa o del corpo e quindi la linea li attraversa; essi posizionano il futuro davanti a loro e il passato alle spalle.
Questa tipologia detta in-line, è presente in soggetti con caratteristiche peculiari.
Benché far elicitare la Time Line non sia un test psicologico, quando ci troviamo di fronte ad un soggetto in-line possiamo dedurre alcune considerazioni su come questa tipologia di Time Line possa influenzarne alcuni aspetti dell’esistenza.
Ipotizziamo che la TL abbia una forma come quella rappresentata in fig.5: la persona si sentirà in diretto contatto con i suoi eventi futuri e passati, in quanto si percepirà attraverso essi. Questo, a livello emotivo, comporterà un forte coinvolgimento con i ricordi del passato e le aspettative o i timori per il futuro.
Questa linea viene spesso elicitata da persone che soffrono per i loro trascorsi o sono in ansia per ciò che potrà accadergli, in quanto non riescono a vivere con distacco gli eventi meno gradevoli della loro esistenza. Questo stato d’animo è inoltre sovente accompagnato da una certa confusione, poiché gli eventi futuri, come quelli passati, sono spesso sovrapposti. Gli eventi piacevoli del passato si sovrappongono a quelli spiacevoli, non permettendo ai soggetti in-line di mantenere un ricordo bello, isolato da uno neutro o da uno brutto. Quando queste persone ricordano un’esperienza positiva, non riescono più a goderne, in quanto l’associano automaticamente ad altre (a causa della loro prospettiva particolare.)
L’altro tipo di Time Line è chiamata through-time.
Come è possibile intuire guardando la figura 6, chi ha questo tipo di linea vive i momenti della sua vita con un certo distacco emotivo, poiché li percepisce distanti da sé; la persona through-time ha un ottimo controllo sugli eventi, perché la componente affettiva legata ad essi non ne impedisce un’analisi obiettiva. In virtù del fatto che i vari momenti della vita non sono sovrapposti ma collocati in serie, l’individuo through-time riuscirà a distinguere con più chiarezza le varie esperienze vissute e a giudicarle in modo distacco.
Quello che la PNL cerca di dare, è una maggiore possibilità di scelta, ciò che le interessa è unicamente capire come è organizzata la mente e come poterne migliorare le strategie.
Molto spesso, si sostiene di mal sopportare le limitazioni causate dalla forma o dalla collocazione della sua linea del tempo; la PNL dà la possibilità di modificare la TL e un cambiamento di esso può essere accompagnato da svariati e differenti stati d’animo.
Se una persona volesse, per esempio, far ruotare la sua linea del tempo o raddrizzarla oppure passare da in-line a through-time, dovrebbe farsi seguire da un esperto, il quale suggerirà le modifiche in base alle reazione emotive che gli verranno comunicate.
A seguito di questo cambiamento, il risultato atteso sarà uno stato d’animo diverso da parte del soggetto; egli potrà sperimentare, nei giorni successivi, in che modo l’aver cambiato la TL avrà influito sulla sua quotidianità.
Uno strumento di grande utilità all’elicitazione della Time Line è l’ipnosi.
Avvalendosi di una leggera trance ipnotica, il soggetto avrà una maggiore facilità di visualizzare, nel concentrarsi e nel percepire i suoi stati d’animo.
Una volta visualizzato la TL, la prima cosa da sperimentare sarà muoversi agevolmente sopra e dentro essa. Qualora si verificassero difficoltà, potrà essere utile  rovare a disegnare la linea segnando su di essa, i punti relativi ai vari momenti rievocati precedentemente. Fatto questo, dopo aver provocato nel soggetto un rilassamento più o meno profondo, il terapeuta lo inviterà a vedere se stesso inserito nella sua TL in corrispondenza del punto P; successivamente il paziente sarà invitato ad immaginare di elevarsi a qualche metro di altezza: questo gli provocherà un cambiamento di prospettiva distaccandolo emotivamente dalla situazione.
Il coinvolgimento emotivo sarà maggiore o minore in modo direttamente proporzionale all’avvicinamento o all’allontanamento dal punto in cui si trovano le immagini relative agli eventi. Successivamente si potrà ridiscendere sulla linea e ricontestualizzarsi nel punto P; si ripeterà l’esercizio fino a quando non si troverà agevole questa operazione.
Ciò da la possibilità di vedere da una posizione nuova e distaccata gli eventi del passato e del futuro.
Un ulteriore esercizio interessante potrebbe essere quello di sperimentare la regressione.
Se vogliamo rendere un’immagine più chiara di quello che si prova movendosi sulla Time Line, possiamo dire che, quando ci collochiamo sul punto P, ci vediamo nell’ambiente in cui ci troviamo realmente (per esempio, in una stanza). Questa ha due porte immaginarie situate a estremità opposte che si aprono una verso il passato e una verso il futuro. Attraversando, per esempio, la porta che conduce al passato, ci recheremo nell’ultimo posto dove ricordiamo di essere stati o nell’ultima situazione che abbiamo vissuto.
Continuando in questa direzione (cioè verso il passato) ci ritroveremo, per esempio, alla scuola materna.
Il terapeuta potrà quindi invitare il soggetto a muoversi dentro la Time Line, attraversare queste porte e descrivere ciò che vede.
Se l’operatore noterà un’espressione felice nel suo interlocutore, potrà invitarlo ad associarsi emotivamente al “se stesso” che incontra durante il percorso.
Diversamente, se attraverserà una porta che lo conduce ad un evento doloroso, il tecnico lo inviterà a vedersi sollevato da terra, evitandogli quindi di rivivere una sofferenza.
Nell’utilizzo di questa strategia è evidente il fatto che la PNL sia una costola della psicologia e della psicoterapia, che riscontra un numero infinito di frutti positivi e casi risolti.
È importante sottolineare che chi utilizza le tecniche di PNL deve avere a monte una cultura professionale sostanziosa da permettere l’utilizzo di pratiche terapeutiche, perché il compito che esegue è di estrema delicatezza proprio perché si lavora con le persone e la loro vita personale.