Il mobbing nel mondo: Heinz Leymann

Il mobbing nel mondo: Heinz Leymann

Similarmente a quanto pervenuto dagli studi di Lorenz, il termine mobbing ha assunto connotazioni diverse che hanno ispirato le ricerche di molti studiosi del fenomeno.

Leymann, pioniere a livello mondiale degli studi condotti rispetto al fenomeno del mobbing manifesto nel mondo del lavoro, ha trovato una stretta somiglianza fra quanto determinato dalle ricerche di Lorenz e la psicologia umana, generando una nuova direzione di ricerca di Psicologia del Lavoro.

Lo studioso trovò un’analogia tra l’aggressività degli animali e quella manifestata dai lavoratori nei confronti di altri, riferendosi al mobbing come ad una condizione di persecuzione psicologica nell’ambiente di lavoro.

Leymann (1984) effettuò i primi studi sul mobbing classificandolo come violenza psicologica nel luogo di lavoro: l’esposizione ad un comportamento ostile protratto nel tempo, secondo lo studioso tedesco, colpisce principalmente la sfera psicosociale della vittima.

Leymann (1996)9, secondo quella che è la definizione classica del mobbing, descrive il fenomeno come:

 

“Il mobbing o terrore psicologico sul posto di lavoro consiste in messaggi ostili e moralmente scorretti, diretti sistematicamente da uno o più individui verso un solo individuo, il quale, a causa del perpetuarsi di tali azioni, viene posto e mantenuto in una condizione di impotenza e incapacità a difendersi. Le azioni di mobbing si verificano molto frequentemente (almeno una volta alla settimana) e per un lungo periodo di tempo (per almeno sei mesi). A causa della frequenza elevata e della lunga durata del componente ostile, questo maltrattamento produce uno stato di considerevole sofferenza sul piano mentale, psicosomatico e sociale.”

 

Terrore psicologico è l’espressione più chiara per descrivere concisamente il fenomeno del mobbing; infatti, come sostiene Leymann, le azioni vessatorie messe in atto dal mobber che colpiscono il mobbizzato, hanno un’origine puramente psichica, estendendosi successivamente a livello psicosomatico e sociale.

Questa definizione mette in risalto i parametri della frequenza e della durata, sottolinea la posizione di oppressione e di impotenza del vessato e dà maggior peso alle conseguenze psicofisiche e relazionali del mobbizzato.

 

 

 

“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia –  © Maurizio Casanova

 

 

 


 

9) http://www.leymann.se/English/frame.html, consultato il 4 Aprile 2013.