Il consulente psicologo : Premessa

Il consulente psicologo 

Premessa

Le possibili applicazioni della scienza psicologica al campo criminologico e giudiziario sono numerose e si possono trovare nel settore investigativo già da molto tempo.

Basti pensare, ad esempio, agli studi del torinese Cesare Lombroso, che contribuì allo sviluppo di questo ramo della scienza, sfruttando i contributi delle discipline comportamentali e della psicologia, studiando lo sviluppo del pensiero criminologico.

La psicologia investigativa, però, non si configura esclusivamente come un settore di studio e di ricerca all’interno della cultura giuridica, ma il suo supporto può essere utilizzato a diversi livelli. Ad esempio, sopratutto in ambito investigativo, fornisce strumenti adeguati per ottenere informazioni da luoghi e situazioni che vanno osservati con occhio tecnico, in particolare nel momento in cui è necessario incontrare le persone implicate, quali, ad esempio, le vittime, i testimoni, gli autori di reato e le persone informate sui fatti.

Negli ultimi anni, poi, si è sviluppato un dibattito sul ruolo della psicologia, intesa come disciplina in grado di offrire metodi e strumenti utilizzabili in senso investigativo.  Nel Regno Unito, il professor David Canter, fondatore, presso l’Università di Liverpool, del primo centro di Psicologia Investigativa, ha coniato il termine “investigative psychology”, con il quale intende l’uso della psicologia nel processo investigativo e, più in generale, nell’attività di Polizia Giudiziaria. La psicologia investigativa di Canter studia come reperire, valutare e utilizzare in modo efficace l’informazione investigativa, come supportare le azioni e le decisioni delle Forze di Polizia e le inferenze che si possono trarre dall’attività criminale. Nel nostro paese, invece, il professor Guglielmo Gulotta usa questa espressione per indicare lo studio dei fenomeni sociali. La psicologia investigativa, in questo senso, viene intesa come “una metodologia investigativa rivolta allo studio delle persone nelle situazioni sociali e dei fenomeni nel loro contesto naturale” (Gulotta, 2003) e, di conseguenza, è possibile considerare la psicologia investigativa forense come “l’applicazione della metodologia investigativa al crimine”, inteso come fenomeno sociale particolare (Gulotta, 1993a, 2000). 

Ne deriva che sono due i suoi possibili ambiti di intervento: non solo serve ad indagare ciò che si ignora (ad esempio stabilire l’identità dell’autore sconosciuto di un crimine ed il suo modus operandi, collaborare alle indagini per morte equivoca e autopsia psicologica, ecc), ma la psicologia investigativa può essere anche utilizzata per interpretare, sotto il profilo psicosociale, una condotta umana, al fine di valutare la responsabilità, capire il perché e le circostanze psicologiche di un determinato evento criminoso (Gulotta 2008).  

 

 

© L’assistenza del consulente psicologo alle indagini difensive dell’avvocato: l’esame testimoniale – Dott.ssa Chiara Vercellini