Esame testimoniale: scoprire le menzogne tramite il comportamento non verbale

Esame testimoniale: scoprire le menzogne tramite il comportamento non verbale

Su autorizzazione dell’autrice Dott.ssa Chiara Vercellini, tratto da http://www.psicologiagiuridica.com/

L’analisi degli indizi non verbali e paralinguistici è un altro metodo per tentare di scoprire chi mente.

Per esempio, il Facial action coding system, ideato dallo psicologo Paul Ekman, è un sistema che rivela i cambiamenti dell’espressione mimica in relazione a differenti contrazioni e distensioni dei muscoli facciali, basandosi sugli studi che sostengono che esistono combinazioni compatibili con la verità e combinazioni compatibili con la menzogna.

Riguardo ai segnali paralinguistici, si può notare che fu lo stesso Freud ad indicare che, talvolta, il fenomeno del lapsus può essere indicatore di menzogna, mentre Jung sfruttò il metodo delle libere associazioni nell’investigazione. Altri indicatori possono essere il tono di voce, l’accentuazione, il ritmo del discorso e simili (Rossi, Zappalà, 2005).

Il comportamento non verbale, invece, comprende la mimica facciale e corporea, la direzione dello sguardo, l’aspetto fisico, la postura, la gestualità, i movimenti del corpo.

Esso esprime molto più facilmente la “verità” interiore, poiché è impossibile scegliere arbitrariamente tutti i gesti che si compiono, poiché questi vengono espressi in modo diretto, spontaneo ed involontario (Lavorino, 2000).

È possibile, quindi, affermare che il comportamento non verbale “non mente” ed un osservatore attento può, attraverso i gesti, decidere se le parole possono essere più o meno attendibili (Gulotta, 2008, Rossi, Zappalà, 2005).

Sebbene i segnali indicanti che un soggetto sta mentendo varino da persona a persona, attraverso recenti studi e molteplici ricerche, è stato possibile stilare una lista di quelli che sono gli indici di menzogna, che si concretizzano in:

    • diminuzione: dello sguardo verso l’interlocutore, dei movimenti delle mani e delle dita (se il soggetto deve compiere uno sforzo cognitivo per mantenere la coerenza delle risposte), dei movimenti di piedi e gambe (se i movimenti rallentano e si irrigidiscono perché le domande poste sono sempre più specifiche e implicano un maggior impiego del canale cognitivi)
    • aumento dei sorrisi, dei gesti di adattamento, dei toccamenti delle labbra, dei toccamenti del colletto (eterosessuali), dei toccamenti delle dita (donne e omosessuali), della sudorazione delle mani, dello stato di agitazione, dei movimenti delle mani e delle dita (se il soggetto è nervoso per la paura di essere scoperto), dei movimenti di piedi e gambe (se individuo è teso e scarica la tensione con il movimento di tali arti), dei movimenti delle braccia, dei movimenti del corpo (Gulotta, 2008). Si deve anche sottolineare che le possibilità di smascherare una persona che sta mentendo aumentano se è stato possibile esaminare anticipatamente il normale stile comunicativo sincero del soggetto in questione. Per fare ciò, è possibile, eventualmente, porre una serie di “domande test” (la cui risposta si sa per certo essere vera), al fine di avere un parametro di confronto (Lavorino, 2000).

 

 

© L’assistenza del consulente psicologo alle indagini difensive dell’avvocato: l’esame testimoniale – Dott.ssa Chiara Vercellini

 

 

 

 

 

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Studio Castello Borgia

Scuola di Formazione in Psicologia