Counseling ed il bilancio di competenze in azienda: Riflessioni finali

Counseling ed il bilancio di competenze in azienda: Riflessioni finali

Attraverso questo lavoro di tesi ho cercato di approfondire lo studio del counseling, una modalità formativa di cui si parla molto in questi ultimi anni e che interessa in particolare le imprese di medie e grandi dimensioni e le società di consulenza, in genere molto attente alla gestione e allo sviluppo delle proprie risorse umane, dimostrandone la più spiccata validità come modello nella relazione di aiuto.

Grazie al counseling e al coaching, un’altra attività formativa che ho affrontato e posto in relazione al counseling, le organizzazioni si propongono di migliorare la gestione dei propri collaboratori e lavoratori attraverso il lavoro del coach, che ha il compito primario di supportare le persone che gli vengono affidate in momenti critici dell’attività lavorativa, e soprattutto di impostare un percorso di sviluppo personale a lungo termine.

Il Counseling, nato come relazione di aiuto in momenti particolari della vita di una persona, sono convinta che sia la soluzione ideale perché rafforza le tecnicità necessarie al vivere quotidiano facendo vivere le conoscenze attraverso sentimenti, emozioni e relazioni.

Con il caso affrontato nella società ingegneristica, ho voluto fortemente evidenziare l’efficacia dei due strumenti in funzione degli obiettivi da raggiungere evidenziando le differenti finalità sottostanti.

Il Counseling si colloca tra le relazioni di aiuto e ha lo scopo di aiutare la persona a individuare nuove possibilità rispetto a disagi emotivi, situazioni complesse, relazioni in crisi, momenti di crescita e di cambiamento, scelte da compiere, il Coaching invece  aiuta a sviluppare caratteristiche e competenze personali, liberando potenzialità legate principalmente – ma non solo – all’ambito professionale.

Credo fermamente che il concetto che un’azienda  si prenda responsabilità e adotti iniziative di assistenza al disagio delle persone che lavorano per essa si diffonderà sempre più.

I responsabili delle Risorse Umane cominciano ad assumere l’assioma dell’importanza di valorizzare e sostenere i loro beni più preziosi: le persone, al fine di ottimizzare la performance ed il profitto dell’azienda. Se ogni persona vive al meglio le sue giornate sul posto di lavoro, il beneficio individuale diventa benessere collettivo e a guadagnare è l’intera azienda.

A mio parere, molte imprese stanno uscendo da un periodo di ristrutturazione aziendale, derivato dalla crisi che le ha colpite, propense sempre più ad investire sulle persone che sono rimaste al fine di aprire un nuovo capitolo nella storia dell’azienda e di migliorare il clima all’interno e l’immagine esterna.

Esistono molti tipi di counseling, ma trovo che il counseling organizzativo sia molto adatto alle esigenze di counseling aziendale per il numero breve di incontri, per la focalizzazione su sistemi, relazioni e patterns interattivi. E’ un metodo che può trattare ogni tipo di disagio (non patologico) che potrebbe includere per citare esempi: difficoltà con le relazioni sul posto di lavoro, sostegno a ruoli in azienda, mancanza di motivazione o direzione nella vita.

Vorrei terminare questa mia tesi con una citazione, che trovo molto appropriata dello psicologo James Hillman (Workplace Counselling, Michael Carroll, 1996).

“Freud ha interpretato il significato della vita come “amare e lavorare”. A me sembra che abbiamo dimenticato metà di quello che ha detto e cioè il lavoro.

Parliamo di quello che non va con l’amore da ottant’anni. Ma quello che va male al lavoro- è stato mai discusso?“.

 

 

 

© “Il Counseling ed il bilancio di competenze in azienda. Ipotesi di una sinergia professionale orientata alla persona e al business” – Dott.ssa Camilla Girelli