Articolo 2 – Valutazione dello stress lavoro correlato: Prospettive di intervento – Scenario – Prima Parte

IL PROBLEMA DELLO STRESS LAVORO – CORRELATO: SCENARIO – Prima Parte

 

LO STRESS LAVORO – CORRELATO: EVIDENZE STATISTICHE ED EMIPIRICHE

1.1 Prevalenza nell’UE dello stress legato al lavoro

Il secondo problema di salute più diffuso sul posto di lavoro in Europa

Nell’Unione europea lo stress legato all’attività lavorativa è il problema di salute più diffuso sul posto di lavoro, dopo il mal di schiena (30% circa), che nel 2000 ha colpito il 28% dei lavoratori, pari a 41,2 milioni di persone (European Foundation, 2001). Tutti possiamo esserne colpiti. Lo stress può presentarsi in tutte le aziende e settori ed a qualsiasi livello. Secondo un’analisi realizzata da Eurostat su 10 paesi europei, ha dichiarato di aver sofferto di stress in media un numero maggiore di donne rispetto agli uomini (Eurostat, 2002).  Il quarto rapporto presentato dalla Fondazione Europea sulle condizioni di lavoro in UE, che riporta i risultati dell’indagine condotta nel 2005, indica che  la situazione è rimasta relativamente stabile rispetto al 2000 inoltre:

    • Il lavoro notturno ha la più alta associazione con entrambi i tipi di effetti (dolori alla schiena e muscolari ed affaticamento e stress) sulla salute legati al lavoro: fisici e psicosociali (European Foundation, 2007).
    • Le persone che subiscono violenza o aggressione nel luogo di lavoro tendono a dichiarare effetti più importanti di malattie legate al lavoro rispetto agli altri; quasi quattro volte il livello dei sintomi dei disturbi psicologici, quali problemi capitolo primo del sonno, ansietà ed irritabilità e, problemi di stomaco (European Foundation, 2007).

Quelli esposti a rischi psicosociali, in particolare a prepotenza ed aggressione, sono significativamente più probabili, nella media, ad assentarsi permotivi legati a malattie relative al lavoro (23% rispetto al 7%) e tendono ad assentarsi per periodi più lunghi (European Foundation, 2007).

La prepotenza o l’aggressione, la violenza e le altre forme discriminatorie contribuiscono a causare malattie psicologiche e stress. Circa il 5% dei lavoratori riporta di aver vissuto qualche forma di violenza, prepotenza o l’aggressione nel luogo di lavoro nel precedente periodo di 12 mesi. C’è stato un leggero aumento nel livello della violenza fisica riferita: 4% nel periodo 1995-2005 (UE15) comparata con il 6% del 2005. Inoltre viene registrata una notevole differenza rispetto al genere, le donne sono soggette a prepotenza ed aggressione più degli uomini (European  Foundation, 2007).

1.2 Cause principali dello stress occupazionale

La mancanza di controllo è una delle cause principali.

Tutte le cifre di questa sezione, se non altrimenti specificato,sono basate su dati tratti dalla “Third European Survey on Working Conditions” della Fondazione Europea, pubblicata nel 2001.

Le ricerche effettuate hanno riscontrato che lo stress legato all’attività lavorativa è causato da un rapporto improprio tra dipendenti e condizioni di lavoro, tra contenuto del lavoro e struttura dell’azienda. Anche se esso può essere scatenato da molteplici fattori, le cause più comuni sono:

    • Mancanza di controllo: tale fattore è stato spesso associato con stress e ansia, depressione, apatia e maggiore incidenza di capitolo primo sintomi cardiovascolari. In modo più significativo, la mancanza di controllo resta uno dei problemi maggiori per molti lavoratori (Winnubst et al., 1996; Gallie, 2005 citato in Dollar et al., 2007; Schaufeli, 2002 citato in Dewe e Cooper, 2007), ed in letteratura continua ad essere illustrata la sua importanza nella prevenzione dello stress e nella promozione del benessere lavorativo (Karasek et al., 1998; De Witte et al., 2007). Le indagini hanno mostrato che: il 35% dei lavoratori sostiene di non avere alcun controllo sull’ordine dei propri compiti; il 29% non esercita alcuna influenza sui metodi lavorativi; il 30% non ha il controllo dei tempi di lavoro (es: Puffer & Brakefield, 1989 citato in Dewe e Cooper, 2007); il 39% non riesce a decidere quando fare una pausa; il 55% non ha voce in capitolo per quanto riguarda l’orario di lavoro. Questo fattore rappresenta uno dei più indagati in letteratura nello studio dello stress lavoro correlato (es: Jonge et al., 2004) e costituisce una delle dimensioni (Job Control) del modello di Karasek (1979), uno dei principali modelli di stress sul lavoro. E’ stato dimostrato che elevati livelli di controllo lavorativo preconizzano bassi tassi di assenza sia negli uomini ché nelle donne (Nielsen et al., 2004)
    • Monotonia: in media il 40% del personale si lamenta per la monotonia del lavoro, con livelli maggiori (57% ciascuno) riscontrati tra operai semplici ed operatori macchine. Inoltre, il 57% deve compiere movimenti manuali ripetitivi ed il 32% esegue compiti ripetitivi fino ad una durata di 10 minuti ciascuno. La rilevanza di questo fattore è stata evidenziata in letteratura (es: Broadbent & Gath, 1981, O’Hanlon, 1981, Smith, 1981 citati in Cox et al., 2000).
    • Scadenze pressanti: quasi due terzi dei lavoratori (60%) ha a che fare con scadenze pressanti per il 25% del tempo, mentre il capitolo primo 29% è sempre o quasi sempre sul “filo”. Nel complesso, il 40% ha affermato che le scadenze hanno quasi sempre portato a livelli di stress dannosi alla salute.
    • Lavorare a ritmi veloci: il 56% del personale sostiene di lavorare a ritmi veloci per almeno un quarto del tempo e il 24% ha affermato che questa è una consuetudine. Nel 40% dei casi ciò ha portato a livelli problematici di stress. Queste due ultime cause elencate indicano sostanzialmente un aumento nell’intensità del lavoro (lavorare ad alte velocità e con scadenze brevi) confermato da indagini empiriche (Winnubst et al., 1996; Green & McIntosh, 2001; Gallie, 2005 citato in Dollar et al., 2007)
    • L’esposizione alla violenza, mobbing e ad altre forme di molestie: questa è una preoccupazione crescente in Europa. Secondo una ricerca, 3 milioni di lavoratori nell’EU (2% della forza lavoro) sostengono di essere stati sottoposti a molestie sessuali, 6 milioni (4%) a violenza fisica e 12 milioni (9%) ad intimidazione o mobbing (Fondazione europea 1996). La violenza e la minaccia di violenza stanno diventando il principale problema per i lavoratori in prima linea nel servizio pubblico, come per il personale medico e dei trasporti. L’aumento di questo fenomeno è stato mostrato in letteratura ed è stata dimostrata la sua correlazione a sintomi psicosomatici e fisici (es: Winstanley & Whittington, 2002;Mikkelsen & Einarsen, 2002) nonché a diminuita soddisfazione sul lavoro, crescente assenteismo e diminuito impegno organizzativo (es: Agervold & Mikkelsen, 2004). Inoltre dati emergenti dalla ricerca longitudinale supportano il legame epidemiologico tra bullismo e salute; in particolare sembra che il bullismo possa preconizzare lo sviluppo di nuove malattie cardiovascolari (Kivimaki, Virtanen, Vartia, capitolo primo Elovainio, Vahtera & Keltikangas-Jarvinen, 2003 citati in Dollar et al., 2007)
    • Condizioni di lavoro rischiose per il fisico: Il rumore è una delle lamentele più comuni relative allo stress (Holt, 1982 citato in Cox et al., 2000), sebbene ce ne siano molte altre, soprattutto nel settore produttivo quali, posizioni di lavoro scomode, carichi di lavoro fisico pesanti. Inferiori sono invece i rischi biologici, radioattivi e chimici. In letteratura i rischi fisici sono spesso correlati all’abbandono del posto di lavoro per malattia e/o infortunio (es: Boedeker, 2001 citato in Lund T. et al., 2006)

In letteratura sono stati rilevati altri fattori causali quali: aumento del carico di lavoro mentale (Kompier, 2002 e Landsbergis, 2003, citati in Houtman, 2007; Clark, 2005 citato in Dollar et al., 2007); insicurezza sul lavoro in relazione ai cambiamenti avvenuti nella natura del lavoro e della vita lavorativa determinati da fusioni, ristrutturazioni, e crescente flessibilità e precarietà lavorativa ecc.. (Mak & Muller, 2000; Wichert et al., 2000; Anhkanasy et al., 2004, citato in Dewe e Cooper, 2007; Gallie, 2005 e Maxwell, 2004, citati in Dollar et al., 2007); complessità del lavoro legata ad esempio a conflitti ed ambiguità di ruolo (Dewe, 2000; Sulsky e Smith, 2005 citati in Dewe e Cooper, 2007).

LA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO: PROSPETTIVE DI INTERVENTO A PARTIRE DAL DECRETO LEGISLATIVO DEL 9 APRILE 2008, N°81 – © Serena Molari