Analisi di Linkedin

Analisi di LinkedIn

 

I social network non servono solo come strumento per passare il tempo online, possono infatti essere fondamentali nella ricerca di nuovi contatti lavorativi, come dimostra LinkedIn, la piattaforma per i professionisti del lavoro.

Lo scopo dell’analisi è quello di indagare se gli utenti utilizzano al meglio l’opportunità di presentarsi sul social network LinkedIn per farsi trovare e promuoversi creandosi una solida rete di utenti utili alla ricerca di un lavoro o collaborazione professionale, utilizzandolo dunque come strumento base per la strategia del Personal Branding online. Un altro aspetto che vado ad indagare riguarda le differenze di genere: nel mondo dei social network, in particolare in LinkedIn, uomini e donne si presentano alla stessa maniera oppure esistono differenze di genere ancorate ai vecchi stereotipi?

Ho analizzato 30 profili del social network LinkedIn, suddivisi equamente in 15 profili femminili e 15 maschili di età compresa tra i 25 e i 45 anni di varie province del Veneto, che attualmente svolgono varie professioni post laurea.

Gli items scelti per analizzare i profili sono:

  • foto profilo : l’ideale è la foto professionale, ma la foto sorridente e solare è più positiva
  • numero collegamenti : se un profilo ha il “500+” è attivo su LinkedIn, sia con altri utenti che nei gruppi
  • riquadro attività : posizionato subito sotto il riquadro del nome/cognome/avatar così da mettere in evidenza per esempio l’ultimo post pubblicato sul blog aumentando la brand reputation
  • riquadro competenze ed esperienze : in lingua italiana e/o inglese con allegati file e link
  • riquadro riepilogo : in lingua italiana, ma una buona parte di utenti che lavorano in Italia lo preferiscono in inglese per dimostrare di conoscere la lingua, anche perchè molte aziende il colloquio lo fanno in inglese. Si possono aggiungere dei media per evidenziare successi ed esperienze riquadro gruppi : da inserire i gruppi frequentati di più, così chi visiona il profilo sa che  l’utente è interessato/attivo a un determinato argomento/i: una persona con molti interessi, dimostra di essere curioso, con la voglia di imparare, intelligente, dinamico, che sa adattarsi agli altri e all’ambiente
  • segnalazioni : una sorta di lettere di presentazione/raccomandazioni/referenze da parte di collaboratori/colleghi/titolari/professori delle precedenti esperienze in campo formativo e/o lavorativo, in forma testuale, diverse dal riquadro competenze ed esperienze
  • altri riquadri : info generali (link sito/blog e account social), progetti, lingue, pubblicazioni, organizzazioni, votazione esame (mostrare il 110 e lode fa la sua figura), brevetti, corsi, certificazioni, volontariato e cause, con la massima sincerità

Risultati dell’analisi dei profili femminili.

I risultati riguardano la maggioranza dei profili analizzati:

  • foto profilo riscontrate:
    • nessuna, avatar standard di LinkedIn 1 su 15
    • stile fototessera (sfocata, storta con il classico sguardo serio) 1 su 15
    • foto sul posto di lavoro mezzo busto sorridente 7 su 15
    • ragazza sorridente con la testa inclinata da un lato (un classico) 4 su 15
    • di profilo sorridente 1 su 15
    • foto di laurea 1 su 15
  • numero collegamenti : 5 su 15 con contatti 500+ che riguardano il settore professionale di interesse evidenziato nel riquadro competenze con le keywords; 6 su 15 con un numero di contatti superiore a 100, i restanti 4 profili con un numero di contatti minore di 100
  • riquadro attività : 6 su 15 si
  • riquadro competenze ed esperienze : 9 su 15 in lingua inglese il restante solo in lingua italiana
  • riquadro riepilogo : 9 su 15 in lingua inglese e solo 3 su 15 hanno inserito media sulle esperienze formative e professionali precedenti e attuali riquadro gruppi : 12 su 15 hanno inserito i gruppi a cui partecipano collegati alle keywords presenti nel riquadro competenze

: 12 su 15 l’hanno compilato con interessi simili alle loro competenze professionali

  • segnalazioni :  5 su 15 hanno ricevuto in media  4 segnalazioni/raccomandazioni/referenze dai collaboratori dei progetti lavorativi precedenti
  • altri riquadri :
    • collegamenti social o sito/blog 6 su 15
    • votazione esami diploma/lauree 4 su 15
    • volontariato 5 su 15
    • corsi di perfezionamento/aggiornamenti 13 su 15
    • progetti 3 su 15
    • pubblicazioni 2 su 15

Risultati dell’analisi dei profili maschili.

I risultati riguardano la maggioranza dei profili analizzati:

  • foto profilo riscontrate:
    • foto sul posto di lavoro mezzo busto sorridente 3 su 15
    • foto sul posto di lavoro a mezzo busto serio 7 su 15
    • di profilo sorridente 1 su 15
    • foto di laurea 3 su 15
    • foto in bianco e nero 1 su 15
  • numero collegamenti : 13 su 15 con contatti 500+ e la maggior parte colleghi e aziende che riguardano il settore professionale di interesse evidenziato nel riquadro competenze con le keywords; 2 su 15 con un numero di contatti superiore a 150
  • riquadro attività : 11 su 15 si
  • riquadro competenze ed esperienze : 7 su 15 in lingua inglese il restante solo in lingua italiana
  • riquadro riepilogo : 7 su 15 in lingua inglese e 6 su 15 hanno inserito media sulle esperienze formative e professionali precedenti e attuali riquadro gruppi : 15 su 15 hanno inserito i gruppi a cui partecipano collegati alle keywords presenti nel riquadro competenze : 13 su 15 l’hanno compilato con interessi simili alle loro competenze professionali
  • segnalazioni : 8 su 15 hanno ricevuto in media 3 segnalazioni/raccomandazioni/referenze dai collaboratori dei progetti lavorativi precedenti
  • altri riquadri :
    • collegamenti social o sito/blog 11 su 15 – votazione esami diploma/lauree 9 su 15
    • volontariato 3 su 15
    • corsi di perfezionamento/aggiornamenti 14 su 15
    • progetti 7 su 15
    • pubblicazioni 6 su 15

Risultati relativi alle differenze di genere riscontrate.

L’analisi prende in considerazione gli stereotipi sessuali e di genere che per la cultura in cui siamo cresciuti abbiamo: ovvero le categorizzazioni negative e positive con le quali etichettiamo uomini e donne.

Ciò che emerge dall’analisi dimostra in primis che le donne, a differenza degli uomini, hanno meno contatti. Questo dato è dimostrato dal numero di collegamenti osservato nei 30 profili: su 15 profili maschili analizzati, in 13 casi il numero di contatti è superiore a 500, al contrario su 15 profili femminili analizzati, solo in 5 casi il numero di contatti è superiore a 500, nei restanti sono tra i 50 e i 150 contatti.

Inoltre ho notato differenze tra uomini e donne anche a seconda del settore professionale di appartenenza: le donne sono impegnate nelle attività di networking legate a strutture di servizi, arte, moda, organizzazioni no profit, comunicazione e pr; dall’altro lato, gli uomini si distinguono quando si tratta di ruoli manageriali, import/export o consulenza.

Un altro elemento che ho osservato è la corrispondenza o meno dello foto utilizzata in LinkedIn con altri profili in altre piattaforme, in particolare Facebook.

Quasi tutti gli utenti donna presi in analisi hanno un profilo anche in Facebook: ho osservato che esse fanno uso delle impostazioni del livello di privacy e che l’immagine profilo e l’immagine di copertina le ritrae in foto della vita personale, privata e quotidiana. Quindi possiamo notare che le donne tendono a mischiare la sfera privata e professionale più degli uomini.

Al contrario gli uomini con un profilo Facebook si rappresentano con la stessa foto profilo che hanno in LinkedIn, quella più professionale e quella di copertina nella maggior parte degli utenti analizzati, con una foto intera che li ritrae da soli in un viaggio o durante una passione/hobby. Gli uomini quindi mantegono maggiormente la linea di demarcazione tra vita privata e vita professionale anche online. Essi seguono la regola di utilizzare la stessa foto in tutti i profili dei vari social network ai quali sono iscritti, per mantenere una maggiore credibilità e coerenza.

Entrambi i sessi però vedono la compilazione del currriculum, ovvero della vita professionale con la descrizione sintetica della formazione e delle esperienze lavorative, nella voce informazioni di Facebook.

Analizzo ora più attentamente le foto profilo, dal momento che nella società contemporanea l’immagine personale è molto rilevante. Tale immagine in Linkedin è sempre visibile, è la prima cosa che vediamo e dà la possibilità di farsi un’idea della persona che sta dietro al profilo, ancor prima di leggere le sue competenze, le sue abilità e le sue esperienze professionali.

Se analizziamo aspetti della comunicazione non verbale emerge che la donna appare maggiormente in primo piano, a mezzo busto sorridente, con lo sguardo in camera; mentre l’uomo a mezzo busto più serioso, con lo sguardo molto spesso che sfugge all’obiettivo.

Come direbbe Goffman[1], in LinkedIn tutti gli utenti sono attori che recitano e mettono in scena i loro lati migliori o quei lati che pensano possano essere migliori per gli altri. Contemporaneamente nascondono i lati deboli che riservano per i loro retroscena, nella vita privata.

Quindi chi sfrutta al meglio LinkedIn, uomini o donne? O entrambi, ma con stili diversi?

Sono emersi due stili comunicativi diversi tra maschi e femmine che in parte ricalcano gli streotipi di genere, ma entrambi possono essere vincenti.

Posso ipotizzare che le donne che utilizzano foto più informali e più sorridenti, rispetto agli uomini che si rappresentano con un’immagine più sobria e rigida, trasmettono più calore, più vicinanza e più sicurezza ad un datore di lavoro che si occupa ad esempio di comunicazione o di servizi alla persona. Tali foto associate al titolo o al tag coerente con ciò che le donne vogliono comunicare di sé, rappresentano una strategia di promozione del self brand.

Allo stesso modo gli uomini con contatti lavorativi numerosi, una foto profilo più seriosa e uguale in tutti i profili dei social network e un network attivo con post recenti sono altrettanti strategie di personal branding che messe insieme possono attrarre i datori di lavoro nella fase di recruiting.

Sia uomini che donne inoltre utilizzano come strategia quella di partecipare alle discussioni nei gruppi, per dare testimonianza della propria professionalità e competenza.


© Il personal Branding – Marika Fantato


[1]  Goffman E., The Presentation of Self in Everyday Life. La vita quotidiana come rappresentazione, Garden City: Doubleday, 1959.